sabato 15 settembre 2012

Discorsi sul 3-5-2 (1) Moduli tattici: mode e tendenze

Una cosa curiosa del calcio è il fatto che propone sempre qualcosa di nuovo, anche quando in realtà torna indietro sui propri passi. Le tendenze tattiche e la prevalenza di questo o quel modulo sugli altri ne sono esempio lampante. 
Da una analisi dei moduli utilizzati in serie A nelle prime due giornate di campionato (quindi parliamo dei "moduli di partenza", tatticamente molto significativi, perchè sono quelli su cui è stato impostato il lavoro del precampionato, perchè i singoli allenatori evidentemente li ritenevano i più adatti alle caratteristiche del gruppo a disposizione), possiamo ricavare alcune considerazioni piuttosto interessanti.
Tanto per cominciare, una sola squadra ha cambiato modulo nelle prime due giornate, sia pure leggermente: è il Chievo, che ha modificato il 4-3-3 dell'esordio in un 4-3-1-2, che concettualmente è qualcosa di molto simile in fase offensiva, ma che in realtà prevede meccanismi di scalata molto diversi in chiave difensiva, come vedremo.





3-5-2: tendenza e non moda
Ma andiamo con ordine: si parla molto del diffondersi della "moda" del 3-5-2, approdato addirittura (con scarsi risultati) alla ribalta della Nazionale. In realtà, il 3-5-2 e moduli affini (essenzialmente il 3-5-1-1), cioè il modulo con due soli laterali in campo, è ancora relativamente poco diffuso: sulle 40 formazioni presentate (20 nella prima, altrettante nella seconda giornata), solo 12 hanno utilizzato questo tipo di modulo. Al momento in serie A giocano il 3-5-2 Juventus, Parma, Fiorentina e Siena, mentre Napoli e Udinese optano per un più prudente 3-5-1-1.
Molto più diffusi sono i moduli che vedono privilegiata la difesa a 4: è vero che gli unici ad usarla in un 4-4-2 "puro" sono Sannino a Palermo (con poca fortuna), e Ventura a Torino (anche se i laterali spingono, quello di Ventura è 4-2-4 solo per etichetta giornalistica), ma Milan, Bologna e Catania la schierano a protezione del 4-3-1-2, Samp, Chievo, Pescara, Catania, Cagliari, Roma e Inter (nella variante del 4-3-2-1) la propongono nel 4-3-3, mentre Atalanta e Lazio si dispongono secondo il 4-5-1 (o 4-4-1-1). 



In 5 ad aggredire: la vera novità
A mio modestissimo parere, la vera differenza tattica fra questo campionato e i precedenti, è la tendenza a schierare, in fase di non possesso, linee di centrocampo sempre più folte. C'è una importante differenza fra le squadre schierate col 4-3-3 e quelle che utilizzano il 4-3-1-2: in fase di non possesso le prime possono contare su un centrocampo a cinque, grazie al rientro contemporaneo delle due ali; le seconde, invece, fanno solitamente arretrare in linea con gli altri solo il trequartista, lasciando in avanti una punta di riferimento e un elemento di raccordo. Ne deriva che (ovviamente parlando per linee molto generali), in fase di non possesso, non solo le squadre schierate col 3-5-2, ma anche quelle col 4-3-3 possono contare su un centrocampo più folto: un punto di forza fondamentale per aggredire l'avversario e conquistare palla già in profondità, secondo le tendenze del calcio moderno. Addirittura, già dallo scorso anno, esiste una squadra che in fase di non possesso utilizza un centrocampo fatto di 6 elementi: è l'Udinese (3-5-1-1), e non a caso il suo tecnico, Guidolin, è considerato il teorico del cosiddetto "sciame tattico". A seguirne le orme, da quest'anno, il Napoli di Mazzarri. Restano invece fedeli al centrocampo a 4 in fase difensiva, Allegri, Ventura, Sannino (fino a quando?) e Maran, che però utilizza una versione del 4-3-1-2 piuttosto particolare, in molte partite privo di vere punte d'area.
Nell'ultimo grafico, emerge in grande evidenza la tendenza ad infoltire il più possibile il centrocampo.
Ma quali sono le ragioni tattiche alla base di questa evoluzione? Lo vedremo in una prossima puntata...
(1-continua)


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