Come noto, le partite di calcio finiscono solo quando l'arbitro fischia. E a volte nemmeno in quel caso. Come in un famoso Milan-Lazio...
16 ottobre 1966: a San Siro si sfidano rossoneri e biancocelesti. Il Milan, guidato in panchina da "Sandokan" Silvestri, è squadra forte e fantasiosa, con elementi di spessore come Trapattoni, Rosato, Amarildo e Gianni Rivera, ma viene da un brutto periodo, e vuole fortemente riconciliarsi coi propri tifosi. Dall'altra parte, la Lazio del romanissimo mister Mannocci (nelle cui fila gioca un giovane Rino Marchesi, ruolo: centromediano) non ci sta proprio a fare da vittima sacrificale. Davanti ai 30.000 di San Siro (che all'epoca ha solo due anelli) viene così disputato un match combattuto e acceso.
Nel Milan rientra dopo dieci mesi Bruno Mora, per il quale si temeva che la carriera fosse finita a seguito di un brutto incidente, e al fischio d'inizio del signor Angonese di Mestre, i rossoneri si gettano avanti, ma al primo affondo la lazio li punisce: al 26° una punizione di Marchesi pesca la testa di Bagatti ed è 0-1.
Nella ripresa, col Milan che tenta il massimo sforzo per recuperare, Rosato pareggia al 52° con un tiro da fuori di rara bellezza a riprendere un pallone allontanato di testa da Burlando. Sull'1-1 gli animi si scaldano: il Milan si getta avanti per cercare la vittoria e i bulloni si fanno roventi: al 58° Mora scalcia Castelletti, che reagisce da tergo e si vede sventolare il rosso. Lazio in dieci, ma chiusa dietro a intasare gli spazi. Il Milan attacca, segna al 70° con Amarildo, ma l'arbitro annulla per (dubbio) fuorigioco del brasiliano. Il pubblico rossonero contesta, si gioca in una polveriera, e forse anche Angonese tira un sospiro di sollievo quando all'86°, su una battuta lunga un po' a casaccio di Rosato, Rivera capisce tutto prima degli altri, riceve il pallone, si incunea in area e batte Cei sull'uscita: 2-1.
Si gioca ancora qualche minuto, con Angonese che consulta nervosamente il cronometro e poi...fischio finale. Squadre negli spogliatoi, il Milan ha vinto.
Almeno sembra.
Sembra, perchè il trainer laziale Mannocci è piuttosto agitato, e gesticola in maniera veemente davanti al guardalinee di destra, Amilcare Muzio, mobiliere di Verona. "Abbiamo giocato solo 87'!", insiste, mostrando l'orologio. Le squadre imboccano il sottopassaggio e rientrano in spogliatoio, ma Muzio ormai ha la pulce nell'orecchio: chiama Angonese: "Oh, guarda che musso che xe l'alenatore della Lazio: il dise che gavemo giocato tre minuti in meno!". Angonese d'istinto guarda l'orologio e sbianca. "Eh, mi sa che il g'ha rason, ostrega". Chiamati i capitani Pagni e Anquilletti, si decide di richiamare le squadre in campo e giocare i tre minuti mancanti. Morrone è già sotto la doccia: è così scocciato che si piazza centravanti anzichè mezzala.
Il pubblico, che sta già sfollando, torna precipitosamente a sedersi. "Giocano ancora". "Come ancora?" "Eh, guarda lì".
E naturalmente, al primo possesso laziale, D'Amato smarca Carosi che crossa, Noletti buca l'intervento, Mantovani tocca male e in fondo alla fila sbuca Bagatti e pareggia: 2-2, e la "seconda partita" è iniziata da due minuti e mezzo: c'è tempo di metter la palla al centro e Angonese fischia la fine. Quella vera.
Apriti cielo: dalle tribune i tifosi milanisti si riversano in campo: è caccia all'arbitro, che raggiunto da un giovane che non sarà mai identificato, prende un pugno alla gola e quasi sviene. Il giovane viene subito fermato, ma dai popolari sono entrai sul terreno almeno un centinaio di tifosi poco propensi alla diplomazia: ormai la rissa dilaga. Mora si scaglia contro la panchina laziale e viene alle mani con Mannocci, il pubblico si picchia allegramente, e anche fuori dello stadio il clima è di guerriglia, tanto che devono intervenire in tutta fretta quattro auto della Squadra Celere, con manganelli e lacrimogeni. I tifosi rispondono mulinando gli ombrelli come clave e lanciando pietre; la mercedes del presidente milanista Carraro viene assalita per errore e ammaccata con calci e pugni.
A sera si conteranno trenta feriti, dieci dei quali fra le forze dell'ordine. Angonese, barricato nello stanzino dell'arbitro, ne uscirà solo alle 18,10 per raggiungere, scortato da ben due camionette dei carabinieri, la Stazione Centrale, dove verrà letteralmente messo di peso sul rapido delle 18,30 per Venezia. La partita sarà regolarmente omologata: in fondo, un altro detto sottolinea che "le partite durano fino al 90°". Ma quel 16 ottobre avremmo tanto voluto vederlo spiegare il concetto ai tifosi milanisti.
Campionato di Serie A 1966-67 - 5' gionata
Milano, 16 ottobre 1966, stadio di "San Siro"
Milan-Lazio 2-2
Reti: 27° Bagatti (L), 52° Rosato (M), 85° Rivera (M), 89° Bagatti (L).
Milan: Mantovani, Anquilletti, Noletti, Rosato, Santin, Trapattoni, Mora, Lodetti, Amarildo, Rivera, Fortunato. All. Silvestri.
Lazio: Cei, Zanetti, Castelletti, Carosi, Pagni, Dotti, Bagatti, Burlando, D'Amato, Marchesi, Morrone. All. Mannocci.
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