Marchesi, che in estate aveva visto sfumare la panchina della Fiorentina, si rimbocca le maniche e ricuce una situazione che appare compromessa. Privo di sei titolari (Bruno e Todesco squalificati, Centi e Corneliusson acciaccati, Guerrini in lenta ripresa dopo un intervento al menisco, Mattei stirato in amichevole a Seregno) il Como impone un pari (2-2) alla Sampdoria, poi mette insieme una striscia di 9 gare senza sconfitte e in totale, nelle 20 giornate con Marchesi in panchina, totalizza 23 punti (la vittoria ne vale 2), con 25 reti fatte e 17 subite, portando la squadra a chiudere al nono posto. Solo tre volte la difesa lariana concede più di una rete agli avversari (2-2 con la Samp all'esordio, 2-2 a Udine e sconfitta 3-2 a Milano contro l'Inter).
Lo schema impostato dal nuovo tecnico è semplice quanto efficace: in avanti, Corneliusson fa coppia con il giovane Borgonovo. Sugli esterni, Todesco e Mattei appoggiano la manovra, con il secondo che nell'ultimo scorcio di stagione lascerà spazio ad un esordiente Egidio Notaristefano. Al centro Fusi e Centi garantiscono un eccellente filtro, e chi riesce a oltrepassare la prima barriera si trova di fronte una difesa con il libero Albiero e tre marcatori che senza tanti complimenti calciano via tutto quello che si muove (e se è la palla, pazienza): Bruno, Maccoppi e Tempestilli. In caso di squalifiche (eventualità non infrequente), la batteria dei picchiatori ha un eccellente ricambio in Guerrini. Il bunker comasco è la pietra angolare di una squadra che trova coesione e convinzione e si rende artefice di una entusiasmante cavalcata in Coppa Italia.
Dopo avere eliminato la Juventus futura Campione d'Italia agli Ottavi (1-0 a Como, 1-1 al "Comunale"), i lariani fanno fuori ai quarti il Verona scudettato (sconfitta 2-1 al "Bentegodi", rimonta vincente col 3-1 del "Sinigaglia") e in semifinale sfidano la Samp, detentrice del trofeo. La gara di andata a Genova si chiude 1-1, e il ritorno a Como, il 4 giugno, è battaglia.
Per 84 minuti i lariani tengono lo 0-0 che li qualificherebbe, poi all'85' il "Sinigaglia" diventa una polveriera: Albiero parte in slalom e supera tre avversari mettendo la sfera alle spalle di Bordon. La Samp sembra perduta, ma tempo di mettere palla al centro e buttare un campanile in area e Francis, all'87', segna l'1-1 con un colpo di testa all'indietro che sorprende Paradisi.
Supplementari: al 5' Borgonovo riporta il Como in vantaggio con un tiro da fuori; palla al centro, altro campanile in area comasca e Maccoppi affonda Lorenzo: rigore. Ma prima che sia possibile batterlo, l'arbitro Redini cade a terra con la nuca insanguinata, colpito da una bottiglietta lanciata dal settore comasco. Triplice fischio e fine dei sogni per il più bel Como della storia.
I lariani, con Mondonico in panchina, ripeteranno l'ottimo nono posto nell'annata successiva. Non andrà altrettanto bene a Marchesi, che raccolta l'eredità di Trapattoni sulla panchina della Juventus, non riuscirà a vincere il campionato, terminando al secondo posto alle spalle del Napoli di Maradona.
Como - Stadio "Sinigaglia", 4 giugno 1986
Como-Sampdoria sospesa(al 7'del 1°ts. sul 2-1 per lancio di oggetti in campo)
Como: Paradisi; Invernizzi, Bruno, Fusi, Maccoppi, Albiero; Todesco (39'Mattei), Centi, Borgonovo, Notaristefano, Corneliusson. All.: Marchesi
Sampdoria: Bordon, Mannini, Galia; Pari, Paganin, Pellegrini; Fiondella (55'Francis), Salsano, Lorenzo; Matteoli, Mancini.
Arbitro: Redini di Pisa
Reti: 85'Albiero (C), 87'Francis (S), 95'Borgonovo (C)
Sampdoria: Bordon, Mannini, Galia; Pari, Paganin, Pellegrini; Fiondella (55'Francis), Salsano, Lorenzo; Matteoli, Mancini.
Arbitro: Redini di Pisa
Reti: 85'Albiero (C), 87'Francis (S), 95'Borgonovo (C)
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