Prendete un Paese dove gli sport più popolari sono l'hockey e la corsa delle motoslitte e il calcio è un gioco riservato ai tipi più eccentrici. Aggiungete un 'paisà' originario della Puglia e con una passione per i pappagalli, dategli la maglia numero uno e un pupazzo di peluche. Dall'improbabile mix ha origine l'incredibile, spassosa storia sportiva di Martino (Tino) Lettieri.
Lettieri (Bari, 27 settembre 1957) si trasferisce in Canada ancora bambino e ancora oggi, a quasi trent'anni dal suo ritiro dall'attività, è considerato il più forte portiere della storia nella terra degli aceri. Da un punto di vista prettamente sportivo la sua carriera è presto raccontata: comincia nei Minnesota Kicks, nel 1977, e qui rimane fino al 1981. Poi si trasferisce nei Vancouver Whitecaps ('82 e '83) e infine nei Minnesota STrikers (1984) dove comincia una carriera parallela nella MISL (Major Indoor Soccer League, in pratica una lega di calcio al coperto giocato con alcune regole prese dall'hockey: per esempio, grazie alle pareti laterali di plexiglass, la palla è sempre in gioco. Potete vedere un saggio di questo sport qui). Dopo essere stato nominato miglior portiere della Nasl nel 1982 e 1983 (la sua media gol subiti 0,87, resterà imbattuta), a partire dal 1987-88 si dedica soltanto al calcio indoor, chiudendo nel 2001 nelle fila degli Hamilton Steelers, ormai 44enne.
Nel corso della sua carriera, difende la porta del Canada sia alle Olimpiadi 1980 che ai Mondiali 1986, gli unici disputati dalla nazionale nordamericana.
Fin qui, un'onesta carriera e nulla più. Eppure per anni Lettieri fu una vera icona del calcio nordamericano, grazie soprattutto alla sua passione per i pappagalli.
Grande appassionato di questi volatili esotici, Lettieri ne tiene due in casa con sé: Lulu, un pappagallo dalle penne rosse, e Ozzie, giallo e blu, il suo preferito. Molto legato al suo animale, Lettieri si fa realizzare un pupazzo di peluche con le fattezze di Ozzie e, dopo averlo battezzato Ozzie II, comincia a portarlo con sè alle partite posizionandolo in fondo alla rete. Prima dei rigori, di cui è uno specialista, è solito prendere in mano il pupazzo e rivolgergli monologhi.
Tino e il pappagallo di peluche diventano un marchio. Quando si trasferisce ai Minnesota Strikers, la nuova società comincia a vendere magliette e cappellini che raffigurano i due, e che vanno naturalmente a ruba.
Ovviamente, fioccano le prese in giro: Tino riceve il soprannome di "Bird Man from Minnesota", e i fan avversari cominciano ad accanirsi su Ozzie II: durante una trasferta a Pittsburgh, il pupazzo viene rubato; Lettieri lo sostituisce con una copia che però, centrata da un petardo a Edmonton, perde un occhio. A Chicago, i fan dei Chicago Sting bersagliano il portiere lanciandogli dei crackers, mentre a Tampa Bay i tifosi investono qualche soldo in più e gli gettano contro dei piccoli pappagallini di pezza. Dopo che alla sede dei Minnesota viene recapitata una videocassetta contenente uno sketch dei Monty Pithon in cui un uomo cerca di rivendere a un negozio di animali un pappagallo morto, la Nasl proibisce a Lettieri di portare ancora il suo pupazzo con sè in porta. Il portiere da allora si limita a lasciarlo sulla panchina. "Ma non è più vita. Solo in America si può arrivare a tanto", lamenta lui sulle colonne di "Sportsweek".
Dopo avere totalizzato 24 presenze in nazionale, Lettieri lascia la maglia del Canada al termine dei Mondiali 1986 e parallelamente alla seconda parte della sua carriera, quella indoor, si dedica al suo hobby preferito: non l'allevamento dei pappagalli, bensì la cucina.
Appesi i guantoni, ha intrapreso una redditizia attività nell'ambito delle catene alimentari e attualmente gestisce una delle sue "Tino's Cafè Pizzeria" a Shorewood, Minnesota.
Sull'insegna, ovviamente, c'è Ozzie.
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