giovedì 22 settembre 2011

Il dottor Ranieri e il malato Inter-minale

Da giovane giocava terzino, Claudio Ranieri (Roma, 20 ottobre 1951). Quando i terzini erano giocatori che non badavano tanto alla forma e privilegiavano la sostanza e la praticità: calciare e scalciare, campanili e palloni in tribuna, l'importante è il risultato. Si porta dietro questo retaggio anche come allenatore: le sue squadre non sono spettacolari, giocano un calcio essenziale, tatticamente non è particolarmente ingegnoso: per lui conta il risultato. Ha i maggiori pregi nella ricerca ostinata della perfezione e nella cura dei dettagli il che, talvolta, gli si ritorce contro (gli inglesi gli hanno appiccicato un bel soprannome, "The Tinkerman", che dice quasi tutto); i suoi maggiori difetti, a quanto si dice, sono la permalosità e una certa lentezza nella lettura della partita quando l'avversario cambia qualcosa. Ma è un uomo di buon senso ed un buon gestore di uomini, e questa seconda dote, in particolare, è quello che all'Inter serviva di più. Un buon dottore, per un malato "Inter-minale". Nel senso che non ci sono molti dubbi che l'Inter, questa Inter, dopo tanti anni sia arrivata a fine ciclo. Il peso degli anni e dei trofei si è fatto sentire, e non da ora.
Il logorio di alcuni senatori (a proposito: la Gazzetta di oggi curiosamente parla di un centrocampo statico e stanco che non garantisce un filtro adeguato. Se posso permettermi di essere autoreferenziale, l'avevo scritto dopo Palermo) e qualche alzata di testa di alcuni elementi dello spogliatoio, specie i sudamericani (pensò Cambiasso a Novara: "Ci mettiamo a 4, decido io". Confermando in campo che pensare e correre non vanno d'accordo...) hanno chiuso l'Inter-regno di Gasperini, e confermato che avere un buon architetto non basta, se poi per realizzare i progetti manca il cemento e i muratori sono svogliati.
A questo punto le domande sono: Ranieri può guarire l'Inter? E perchè dovrebbe fare meglio di Gasperini? Anche se non lo vedo attrezzato per i miracoli, penso che l'allenatore romano possa fare qualcosina per nascondere le crepe. Penso possa fare meglio di Gasperini perchè, rispetto a lui, è un tecnico meno tattico e più pragmatico, perchè l'Inter ha bisogno di cose semplici; e penso che possa fare meglio perchè più abituato a gestire spogliatoi ricchi di primedonne.
Probabilmente, ripartirà dal suo modulo preferito, il 4-4-2, o magari addirittura il 4-4-1-1, con Sneijder (infortuni permettendo) o Forlan al fianco di Pazzini, un centrocampo di sostanza dove Zanetti e Cambiasso, per tanti motivi, dovrebbero mantenere il posto, e dove potrebbe esserci un avanzamento di Chivu a fare da scudo alla difesa e essere concessa una chance a Poli, in attesa che torni Thiago Motta). Infine, prevedo una difesa il più possibile bloccata (non credo rivedremo Lucio in versione pirata della filibusta sistematicamente all'arrembaggio della metà campo avversaria).
Ammesso e non concesso di non sbagliare, un'Inter di questo tipo è sicuramente meno offensiva, meno propositiva, ma anche più ermetica: d'altra parte quando la barca è in mezzo alla tempesta, si ammainano le vele, si scende sottocoperta all'asciutto e si aspetta. Credo che Ranieri farà questo: costruire una squadra difensiva, affidando alla qualità dei suoi giocatori avanzati (in particolare Pazzini è un grande finalizzatore) il compito di capitalizzare. Sarà un'Inter non bella, più speculativa, probabilmente più redditizia, e nell'immediato va bene così. E poi? Sottocoperta, credo che Ranieri aspetti la bonaccia, ovvero speri che al mercato di gennaio arrivi qualche rinforzo, che possa dare una mano in termini di qualità, ma soprattutto di quantità di gioco. Pare che nel calcio moderno le squadre che corrono poco facciano tendenzialmente poca strada.

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