Dopo sei giornate (in realtà cinque, visto che la prima sarà recuperata a dicembre) il campionato arriva al primo bivio. E ai primi esami di maturità. Domenica 2 ottobre si giocano, a distanza di poche ore, Juventus-Milan e Inter-Napoli. La storia e la logica dicono che è difficile che quest'anno lo scudetto finisca in una squadra diversa da queste quattro. E i capricci del calendario, che prevede Inter-Napoli alle 20,45 per esigenze tv fanno sì che Juve-Milan sia il secondo confronto diretto per lo scudetto della stagione, dopo un Napoli-Milan forse troppo prematuro per essere veritiero.
Dopo cinque giornate non si possono esprimere verdetti ultimativi, e infatti domenica sera non ce ne saranno, però aspettarsi qualche indicazione è il minimo.
Pro e contro, sul piatto della bilancia. La Juve è più fresca: non ha la Champions' League da onorare, e in più, per ora, non paga troppo dazio agli infortuni; il Milan, che ci ha messo più tempo (e dunque più fatica) del previsto a spezzare le reni del Viktoria Pilzen, ha un centrocampo (Seedorf - Nocerino - Van Bommel) che in due settimane ha messo insieme 450' più recupero e un numero imprecisato di chilometri; dei tre, i due stranieri non sono esattamente dei fanciulli. Probabilmente la fatica peserà.
In compenso, il Milan è più forte. Non in senso complessivo, in senso fisico. Al centro dell'attacco è tornato Ibrahimovic, uno che in Italia fa sempre la differenza, e dietro le due punte potrebbe tornare Boateng. Le possibilità che il ghanese giochi, al momento, sono del 50%. I giornali (e dei giornali parlerò fra poco), specialmente quello stampato su carta rosa, lo danno per recuperato; il buon senso dice che difficilmente potrà fare tutta la partita e che Allegri farebbe meglio a non rischiarlo.
A mio parere il ghanese può essere il vero uomo-chiave della partita, per le sue qualità, che lo rendono unico al mondo nella particolare interpretazione del ruolo, e per la sua posizione in campo.
Qui veniamo alla Juve: il 4-2-4 di Conte (bella etichetta per rendere moderno un 4-4-2 molto offensivo) si regge sulla spinta ossessiva delle ali, ma al centro ha un solo uomo di filtro, Marchisio. Sono convinto che contro una squadra che impiega il trequartista, un centrocampo così assortito possa andare in difficoltà. Il Milan è la prima avversaria della Juve a giocare con questo modulo, e se il trequartista fosse un elemento in grado di abbinare qualità tecniche e forza fisica (guarda caso come Boateng), credo che i problemi potrebbero diventare evidenti. Sarà interessante vedere come Conte affronterà l'esame: di sicuro, ci scommetto, non rinuncerà a Pirlo, che pagherebbe del suo per fare un dispettuccio a chi lo ha mandato via come un ferrovecchio da una squadra famosa per rinnovare i contratti anche a quei giocatori che hanno già superato da tempo l'età pensionabile. Come si tutelerà Conte? Aggiungendo un centrocampista (Vidal) al posto di una punta? O spingendo all'estremo il suo credo tattico? Per inciso se il Milan ha un punto debole, lo si può individuare negli esterni difensivi: Zambrotta, Abate, Taiwo, Antonini, chi per età chi per caratteristiche, se attaccati uno contro uno possono andare in difficoltà. Ci sono buoni motivi per pensare che il confronto diretto esprimerà indicazioni interessanti.
In chiusura, una considerazione sui giornali. Quello stampato su carta rosa (su cui ha una certa influenza... beh, non vi rovino la sorpresa, guardate qui) ha insistito molto, lunedì e martedì, sui problemi della Juventus: Chiellini non è più lui, i gol li fanno più i difensori e i centrocampisti che non gli attaccanti, Krasic e Elia non convincono, la squadra è in involuzione, etc etc...
La classifica racconta, per ora, un'altra realtà: Juventus punti 8, Milan punti 5. Ohibò. E meno male che i problemi li hanno i gobbi: pensa se tutto andasse bene quanti punti potrebbero avere. Viene quasi il dubbio che dietro il desiderio, giornalisticamente legittimo, di mettere sotto la lente i problemi della Juve nella settimana che porta alla sfida col Milan non ci sia proprio uno spirito cronistico disinteressato.
Probabilmente sono cattiverie. E per fortuna l'ultima parola la dice il campo. La logica dice che il Milan è più forte, ma il rumore dei nemici è musica per le orecchie dei tifosi juventini: i deboli non fanno paura a nessuno.
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