martedì 14 aprile 2015

Alla lavagna: un buon Monaco punito dall'arbitro

Solo chi non capisce di calcio poteva pensare che pescare il Monaco fosse come mettere piede su un tappeto rosso che porta dritti in semifinale. Che i francesi fossero, complessivamente, la meno accreditata delle otto squadre approdate ai quarti di Champions' League, non c'è nulla da ridire, ma essere meno accreditati non vuol dire fare la parte delle vittime sacrificali. Così, nell'andata di Torino, c'è voluto un palese sbaglio dell'arbitro, che ha accordato a Morata un rigore per un fallo iniziato nettamente fuori area (a proposito: Carvalho però era da rosso...) per piegare i francesi, che soppesando l'intera partita avrebbero meritato il pari.

L'ombra di Mourinho
Comincio a pensare che ci sia un po' di Josè Mourinho in ogni tecnico portoghese di questo periodo storico. Sicuramente c'è molto dello 'special one' in Jardim, il trainer dei monegaschi, che costruisce sul piano tattico una gabbia difensiva di notevole efficacia al servizio di un impianto di gioco molto ben studiato, reggendo perfettamente il confronto con Allegri sul piano tattico.
Il Monaco manda in campo un 4-2-3-1 dove i due mediani agiscono in sincronia con Moutinho (formamente il trequartista centrale dei tre dietro la punta) nella fase di recupero palla nella metà campo avversaria. In avanti, il talento di Martial è in parte sacrificato con un lavoro 'a pendolo' fra Chiellini e Bonucci, che però impedisce ai due juventini di trovare la sincronia fra compiti di marcatura e di copertura, e apre anche spazi agli inserimenti di Ferreira Carrasco dalla sinistra.
Il fallo su Morata. Fuori area, ma da ultimo uomo

Il problema della fascia
Proprio dalla fascia sinistra (ovvero la destra dello schieramento bianconero) arrivano i maggiori problemi nel corso dei novanta minuti. In quell'area, Ferreira Carrasco, che per velocità e tipologia di movimenti è piuttosto difficile da marcare, viene spesso appoggiato da Kurzawa in azione di sovrapposizione. Ma a provocare un certo imbarazzo alla difesa è anche la prestazione di Lichtsteiner, molto stanco, e spesso anche fuori posizione, troppo chiuso verso il centro del campo.

Il quasi 4-4-2
Proprio per evitare guai peggiori, dopo i primi venti minuti vissuti pericolosamente, Allegri rinforza la fase difensiva modificando il 4-3-1-2 in un "quasi 4-4-2", portando Pereyra, pur sempre più 'alto' rispetto agli altri centrocampisti, verso l'out di sinistra (a puntare Raggi, il più lento dei difensori francesi), e allargando Vidal, forse atleticamente il più in palla degli juventini, sulla destra, per arginare le discese di Kurzawa. La mossa sostanzialmente riesce, così come, con l'uscita di Pirlo per Barzagli, appare azzeccata l'idea di passare al 3-5-2: il doppio stopper si rivela un buon sistema per arginare Berbatov nel finale di partita. 

L'incredibile errore sotto porta di Ferreira-Carrasco


Le prospettive
L'1-0 non sarà decisivo ma è un buon risultato anche perchè la Juventus ha buone ragioni per sperare di migliorare la propria prestazione fra 8 giorni. Il calcio non è mai una scienza esatta, ma Pirlo e Barzagli dovrebbero avere un migliore ritmo partita, Tevez, che ha giocato acciaccato, potrebbe essere nuovamente al 100%, senza dimenticare che il Monaco, costretto a fare la partita anzichè giocare di rimessa, dovrebbe risultare un po' più prevedibile e quindi meno pericoloso. Attenzione però a non sottovalutarlo: a Torino, con un altro arbitro, probabilmente non avrebbe perso.


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