mercoledì 23 ottobre 2013

Alla lavagna: La legge del Bernabeu

La Juventus sperimenta a sue spese la 'legge del Bernabeu' ed esce battuta da Madrid, ma al termine di una partita su cui ci sarebbe molto da dire. La premessa è che una analisi tattica seria prescinde dagli episodi, e quindi è giusto dare per quanto possibile la precedenza al fatto tecnico. Il tema più interessante della partita era certamente l'annunciato cambio di modulo di Conte, che abbandona (per una gara? o è un esperimento destinato a durare?) il suo 3-5-2 e opta inizialmente per un 4-3-3 asimmetrico con alcuni accorgimenti. 
La linea difensiva a quattro  è orientata al contenimento, visto che i componenti sono tutti e quattro in grado di giocare da centrali. Fra loro, il più a disagio è certamente Ogbonna, decentrato in fascia sinistra, mentre Caceres sulla destra è l'unico autorizzato a compiti di spinta. A centrocampo, Pirlo lavora da play classico davanti alla difesa, affiancato da Vidal nei panni del recuperatore di palla, e da Pogba come centrocampista di spola. A destra, Marchisio ha compiti più di tornante che di attaccante esterno nell'intento di contenere Marcelo e anzi di esporlo, in tandem con Caceres, in quello che è il suo punto debole, cioè la fase difensiva. In avanti, Llorente è il perno centrale, attorno a cui dovrebbe flottare Tevez, che parte da sinistra e appare, in verità, piuttosto disabituato al ruolo.
Nel Real, Ancelotti modifica il suo 4-2-3-1 e piazza Benzema, 'falsissimo 9' in apparente posizione di centravanti, avanzando però sulla sua linea Cristiano Ronaldo. Dei due, è il portoghese la vera punta, chiamata a inserirsi nello spazio aperto dal compagno, che indietreggia sistematicamente, sia per pressare Pirlo quando la palla è dalla Juve, sia per attrarre fuori posizione Chiellini quando la palla è dei madridisti. Nasce così il primo gol del Real, sul quale Chiellini abbocca al movimento di Benzema e si fa trovare quialche metro fuori posizione sul taglio di Ronaldo, che Barzagli, giustamente, non segue per coprire a sua volta l'inserimento che riguarda la sua zona. Il gol dell'1-0, fra parentesi, è il classico esempio di segnatura che ai tempi della marcatura a uomo sarebbe stata quasi certamente evitata. La rete espone anche la difficoltà dei giocatori juventini sulle combinazioni nello stretto del Real, che sfrutta bene la scarsa rapidità nel breve di Chiellini e Barzagli.
La Juve, colpita a freddo, non si abbatte e macina gioco, creando difficoltà al Real soprattutto in due situazioni di gioco: la prima sulla destra, dove Pogba di tanto in tanto si allarga approfittando del fatto di non essere seguito da Khedira al largo. Arbeloa spesso fatica sulle combinazioni fra il francese e Tevez. Più pericolosa la situazione di gioco che ricorre sulla sinistra, dove Marcelo è spesso preso in mezzo fra due juventini. Il gol dell'1-1 nasce infatti da un cross di Caceres, ben corretto da Pogba, e quindi ribadito in gol da Llorente.
Il Real torna in vantaggio su un rigore, forse generoso, ma certamente evitabile, causato da Chiellini, che quindi appare responsabile su entrambe le segnature madridiste.
Non sapremo mai se la tattica di Conte avrebbe dato frutti col passare dei minuti perche dopo soli cinque minuti della ripresa il rosso di Grafe (questo sì, eccessivo) per Chiellini chiude in pratica il primo capitolo della partita.

10 contro 11
La seconda parte, che dura quaranta minuti, vede la Juventus passare subito ad un 4-4-1 con baricentro molto basso, che però toglie al Real la profondità per gli affondi di Cristiano Ronaldo e Di Maria, fino a quel momento i più pericolosi. I madridisti provano a sfondare la doppia linea juventina, ma non hanno mai gli spazi necessari per portare al tiro gli avanti. 
Negli ultimi venti minuti il Real accusa un calo fisico molto vistoso. La Juve, nonostante l'uomo in meno, appare atleticamente migliore (particolare, questo, che induce a credere che il 2-4 di Firenze sia soprattutto frutto di un calo di concentrazione), e nell'ultimo quarto d'ora Conte osa qualcosa in più: prima toglie Pirlo, per aumentare il tasso atletico della mediana e facilitare il recupero palla per cogliere il Real sulla ripartenza, quindi inserisce Giovinco per sfruttarne la rapidità nel breve, e la punta avrebbe anche una buona opportunità, non sfruttata, per pareggiare. 

Conclusioni
Una buona copertura degli spazi accompagnata ad un baricentro più basso del solito è la chiave con cui la Juventus dimostra, rubando palla e aggredendo lo spazio, di poter mettere in seria difficoltà il Real, e probabilmente non solo i madridisti. In Europa, il cammino di Madama appare ora difficile, ma non compromesso. Preoccupa più che altro il fatto che, pur essendo stata per certi versi (o meglio sarebbe dire a tratti) superiore a tutte e tre le sue avversarie del girone sul piano del gioco, la Juve abbia raccolto due punti in tre gare. Da rivedere, invece, il nuovo modulo, che però, almeno con queste caratteristiche, non appare riproducibile testualmente in Italia, dove semmai sono i bianconeri a dover fare la partita. Per quanto riguarda il Real, la regia di Modric e i movimenti ad aprire lo spazio di Benzema, sono importanti almeno quanto i tagli di Di Maria e Ronaldo, che finiscono spesso sotto i riflettori, ma in realtà sfruttano un buon lavoro d'insieme dei compagni di reparto, portando in più la loro qualità in fase di finalizzazione. Per vincere la Champions' però servirà qualcosa di più. 

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