lunedì 26 agosto 2013

Il rigore stregato dell'Atletico Temperley

L'inverno australe è al suo culmine, quel 10 luglio 1971, quando sulla terra battuta dei districtos di periferia di Buenos Aires, i biancoazzurri dell'Atletico Temperley e i gialloneri dell'Almirante Brown si ritrovano uno di fronte all'altro per un acceso derby dei sobborghi che può valere molto nella classifica di quella temporada della "Primera B". 
Da quelle parti non è raro che confronti del genere finiscano "a pinas", cioè con scazzottate generali che coinvolgono a volte anche gli spettatori, ma la Federazione è stata previdente, e ha designato per il confronto un arbitro molto quotato. Teodoro Nitti, è quel che si dice un "hombre vertical": equanime, ma tutto d'un pezzo, con lui è meglio non fare i furbi, anche perché ha il cartellino facile e in area ha fama di essere piuttosto generoso nel concedere rigori.
Se ne accorge a proprie spese la difesa dell'Almirante Brown: quando la partita sembra ormai avviata a concludersi sull'1-1, infatti, l'arbitro vede un intervento proditorio in area sul biancazzurro Flotta e concede al Temperley un rigore che può valere due punti pesantissimi.
Sul dischetto si porta Esteban Horacio Corbalàn (San Miguel de Tucuman, 1948 - nella foto è l'ultimo a destra), ventitreenne attaccante. Lo chiamano "La cucaracha", lo scarafaggio, per una conformazione facciale non proprio da fotomodello, ma è un giocatore di eccellente qualità tecnica. Sarà fra i protagonisti della storia promozione del Temperley nel 1974 e vestirà anche i colori del Velez Sarfield. La sua saldezza di nervi è ben nota, ma al momento della rincorsa ha un'esitazione, e clamorosamente calcia fuori. Ma l'arbitro Nitti resta "vertical": ha visto muoversi prima il portiere giallonero, Miguel Fuentes, detto "Migueluchi", e fa ripetere.
Corbalàn non se la sente, e cede il compito di calciare il penalty al compagno Nicholas Bieladinovich, il veterano della squadra, che si prende il pallone sottobraccio, lo posa sul dischetto e con una breve rincorsa prova a trasformare. Migueluchi però si muove ancora una volta in anticipo, e con balzo felino abbranca la sfera. "Stavolta non avrà il coraggio di farlo ripetere", pensa sicuro. Ma a Teodoro Nitti non la si fa: giallo al portiere e altra ripetizione. Riparte da dieci metri Bieladinovich e calcia forte e teso, ma Migueluchi è incorreggibile: stavolta oltre a muoversi prima ha fatto anche due passetti in avanti, per restringere lo specchio della porta, e ancora una volta ha parato il tiro. Nitti ne ha abbastanza: secondo giallo a Migueluchi, espulso! E il rigore si ribatte ancora: siamo a quattro volte. L'Almirante Brown non ha più il portiere, e non può fare sostituzioni; fra i pali si porta Abel Ricardo Tello, detto "el inspector", un difensore centrale agile e brevilineo, che dentro lo specchio della porta sembra ancora più piccolo. Bieladinovich lo guarda come il gatto col topo, posa la palla sul dischetto e dopo una breve rincorsa calcia forte. Ma un po' troppo centrale: Ricardo Tello non deve neanche tuffarsi: allarga appena le braccia e in presa sicura blocca il tiro: Teodoro Nitti dice che stavolta va bene così. L'Atletico Temperley aveva appena tirato lo stesso rigore per quattro volte, senza mai riuscire a trasformarlo. Un "penal inolvidable": il rigore che non si scorda mai. 

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