mercoledì 27 febbraio 2013

Verso "O' bigg-màtch" -1: Lo scudetto di "Core 'ngrato"

6 aprile 1975: Torino è una bolgia tinta d'azzurro. L'azzurro dei tifosi del Napoli; in centinaia, anzi migliaia, forse decine di migliaia, sono arrivati dal Sud con ogni mezzo, nelle ventiquattro ore precedenti: le cifre ufficiali parlano di 13 voli charter (!) due treni speciali, 24 pullman, ma non sono in grado di stimare quanti sono arrivati nel capoluogo piemontese con i normali servizi di linea o a bordo di auto private. Di sicuro, anche per una questione di pura matematica (sulle tribune del vecchio "Comunale" ci stanno circa 73.000 spettatori, agli ospiti vengono di solito riservati fino a 15.000 tagliandi), è impossibile che tutti quelli che sono arrivati abbiano in tasca un biglietto per la partita, ed è improbabile che possano ottenerlo anche rivolgendosi ai bagarini (che peraltro si fregano le mani). Invano il presidente partenopeo Ferlaino ha chiesto al ministero delle Poste e Telecomunicazioni una autorizzazione straordinaria per trasmettere l'evento in diretta tv o almeno per differita nella zona di Napoli: il presidente juventino Boniperti si è detto d'accordo, ma a quell'epoca non si usa trasmettere le partite. 

La partita

Sì, perchè il caos è tutto legato a una partita. Anzi LA partita. Per qualcuno è l'incontro del secolo: per la prima volta nella sua storia il Napoli arriva a poche giornae dalla fine del campionato con concrete chance di scudetto. La classifica recita: Juve 34, Napoli 32: con una vittoria partenopea le ultime giornate saranno da bere tutte d'un fiato. Con una vittoria della Juve, viceversa, il campionato sarebbe finito o quasi.
La Juve 1974-75 è la solita, forte Juve degli anni Settanta: cemento e filo spinato. In porta c'è Zoff (le due squadre si sono scambiate i portieri nell'estate 1972: al Napoli sono andati un sacco di soldi e il buon Carmignani, in arte Gedeone. Non in senso elogiativo); il libero è Scirea, un lord a coprire le spalle a tre energumeni come Gentile, Cuccureddu e Morini. A centrocampo, nel caso il filtro non bastasse, c'è Furino, poi Capello playmaker, Damiani e Causio sulle ali, Bettega e Anastasi di punta. In panchina, mister Parola (quello delle rovesciate), uno che gioca all'italiana che più italiana non si può.
Il Napoli però è un grande Napoli, e gioca come non ha mai giocato nessuno: a zona. Il suo tecnico, Luis Vinicio, ha varato una difesa in linea, con Bruscolotti e Pogliana larghi, Burgnich e La Palma centrali. Davanti a loro, Totonno Juliano detta il ritmo, Massa e Orlandini corrono la fascia, Esposito e Braglia appoggiano ai lati il centravanti, "El Gringo" Clerici, uno che avrà 10 decimi di vista (forse) sommando entrambi gli occhi, ma la porta la vede, eccome.

Un passato da vendicare
Il Napoli, si diceva, gioca a zona totale. O quasi: la roccia Burgnich, a dire il vero, si stacca di qualche metro, a fare il libero. Un piccolo accorgimento che Vinicio ha introdotto dopo la gara di andata: era la metà di dicembre e la Juve al San Paolo aveva passeggiato 6-2, facendo a fette la difesa azzurra. Allora meglio mettere un chiavistello e chiudere la porta a doppia mandata; intuizione giusta perchè il Napoli da allora non ha fatto che rimontare, fino ad arrivare a -2. E il sogno di violare Torino e volare al primo posto è nell'immaginario di tutta una città, che crede in una dolce vendetta con retrogusto di scudetto.
Arbitra Michelotti di Parma. Palla al centro e si comincia, su ritmi assurdi per il calcio anni Settanta. Bene la Juve, meglio il Napoli, anche perchè in avanti Anastasi è fuori forma e Bettega, toccato duro il mercoledì quando in Nazionale ha affrontato in amichevole gli Stati Uniti, non è proprio al massimo. La Juve comunque passa al 19° con un super gol di Causio, che riceve un tocco di Damiani e scarica una bordata dal basso verso l'alto che si infila sotto l'incrocio. Da quel momento, il Napoli prende in mano la partita, ma Zoff resta inoperoso fino al riposo. Nella ripresa però la musica cambia: Juliano è in giornata di grazia e coi piedi fa cantare il pallone. La Juve corre e corre, ma a furia di correre perde lucidità. Capello su punizione potrebbe chiudere la partita al 54° ma coglie in pieno la traversa, e al 58° il Napoli pareggia: Massa al limite dell'area sembra andare a velocità doppia rispetto alla difesa bianconera, salta Cuccureddu, salta Morini, e smarca in area Clerici. "El Gringo" ne inventa una delle sue e anzichè tirare fa passare per Juliano che di esterno destro batte Zoff. E trasforma la "Maratona" in una piccola Rio de Janeiro. 
Juve alle corde, Napoli che pressa, Zoff devia da par suo una botta di Juliano, poi para a terra un tiro di Massa. Mancano venti minuti quando Parola dalla panchina manda a scaldare il vecchio Josè Altafini (Piracicaba, 24 luglio 1938), uno che a Napoli ha lasciato splendidi ricordi.. Entra al posto di Damiani, Josè, ma anzichè gli applausi, all'ingresso in campo, riceve dalla vecchia curva una bordata di fischi che lo lascia sotto choc. Due calcioni di Bruscolotti alla prima mischia lo inducono a girare largo, e infatti non sembra poter incidere. Tocca si e no due palloni, senza creare problemi. Fino all'87°. Furino ottiene un corner, lo bate Causio e Carmignani esce di pugno, allonanando fuori area. Sul pallone però arriva Cuccureddu e tira: palo pieno e palla che rimbalza fuori, ma finisce proprio sul piede di Altafini, che con un tocco maligno lo butta in porta: 2-1, è il gol dello scudetto.
Due giorni dopo, sulla vetrina del "Napoli Club Torino" di via Umberto I, uno dei più grandi del Nord Italia, dove è ancora esposta la locandina della partita, appare una scritta a pennarello. "Josè, tu sì 'nu core 'ngrato". Tutta colpa sua. Anche se forse, a posteriori, l'analisi di Peppe Bruscolotti resta la più giusta: "a portieri invertiti, lo scudetto l'avremmo vinto noi".
Se volete farvi un'idea, i gol li trovate qui.


Serie A 1974-75 - 25^ giornata, domenica 6 aprile.
Torino, stadio "Comunale", 

Juventus-Napoli 2-1

Reti: 19°Causio, 58°Juliano, 87°Altafini


Juventus: Zoff, Gentile Cuccureddu; Furino, Morini, Scirea; Damiani (75°Altafini), Causio, Anastasi; Capello, Bettega. All.: Parola

Napoli: Carmignani, Bruscolotti, Pogliana; Burgnich, La Palma, Orlandini; Massa, Juliano, Clerici; Esposito, Braglia. All.: Vinicio

Arbitro: Michelotti di Parma



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