venerdì 1 marzo 2013

Verso "O' bigg màtch"-2: La presa di Torino


Anche nel calcio, ci sono quelle settimane che ogni tifoso vorrebbe cancellare dal calendario. La Juventus incappa in una delle peggiori della sua storia all'inizio di novembre del 1986. Passata sotto la guida di Rino Marchesi, la squadra bianconera ha lo scudetto sulle maglie e lotta su due fronti, ma nel giro di quattro giorni si vede eliminare dalla Coppa dei Campioni e quindi superare dal Napoli in vetta alla classifica del campionato.
Dopo una sfortunata sconfitta ai rigori subita mercoledì 5 contro il Real Madrid, i bianconeri di Michel Platini ricevono a Torino la visita degli azzurri di Diego Armando Maradona domenica 9 novembre 1986. La classifica vede le due squadre appaiate in vetta a quota 12. I partenopei, che hanno appena acquistato Francesco Romano, non sono ancora lanciati verso lo scudetto, ma sembrano in grado di porre la loro candidatura, e vedono Torino come l'esame di laurea. La Juve, viceversa, arriva al big match con il morale sotto i tacchi, le gambe stanche ed i cerotti: non c'è Scirea, sostituito nel ruolo di libero da Caricola (non esattamente la stessa cosa), e Cabrini gioca con un ginocchio tenuto insieme da una vistosa fasciatura. 

La partita
Si comincia. Ottavio Bianchi si conferma fedele alla sua immagine di allenatore prudente, e imbottisce la squadra di centrocampisti, sbagliando formazione: una sola punta vera, Giordano, supportato da Maradona: in mezzo, Romano, Bagni, De Napoli e - a sorpresa - Sola, preferito a Carnevale. La Juve, che schiera Laudrup e Serena di punta, con Platinì subito dietro, gioca sottoritmo ma è padrona del campo per un tempo: coglie un palo con Manfredonia, sfiora il gol con Cabrini, che (forse per il ginocchio malconcio) non arriva su una palla di Platini. In mezzo, Bonini soffoca Romano, Bagni e Manfredonia si picchiano l'un l'altro, Sola non riesce a tener testa a Mauro. Non sembra una giornata difficile per Tacconi, che viene stimolato solo una volta, su punizione, da Maradona, ben limitato da Favero.
Il copione sembra proseguire anche nella ripresa e quando al 50° la Juve segna onestamente sembra il giusto coronamento della sua superiorità: tiro-cross di Cabrini dalla sinistra, Garella smanaccia non troppo bene, arriva in corsa Laudrup e appoggia in porta.
Sembra la fine per il Napoli, e invece, comincia un'altra partita; a provocarla è Bianchi, che sotto di un gol fa quello che avrebbe dovuto fare dall'inizio: toglie un inutile Sola e inserisce Carnevale. Con due punte è un altro Napoli: Bagni sale impetuosamente di tono, Maradona ha più opzioni per scaricare palla, la Juve - anche per la fatica del mercoledì - cala, e vacilla, tanto che Marchesi prova a sorreggerla chiamando fuori Mauro e inserendo Pioli. Mossa più che sbagliata: i bianconeri si schiacciano dietro. Tacconi dice di no a una punizione di Maradona al 55°, a un tocco d'esterno di Dieguito al 56°, a una bordata di Giordano al 61°, a un affondo di Renica al 63°. Il portiere bianconero sembra avere cento mani, ma nel giro di due minuti capitola due volte: al 73° Ferrario e al 75° Giordano, sempre su azioni da calcio d'angolo, ribaltano il risultato, e per la Juve è notte fonda. I bianconeri non ne hanno più e nel finale incassano anche il 3-1 di Volpecina, entrato da poco al posto di Romano: sciabolata all'angolino basso dopo un contropiede condotto da Giordano, e Torino è espugnata: i più lungimiranti capiscono di avere assistito a un passaggio di consegne fra il vecchio e il nuovo padrone del campionato.
A Capodichino migliaia di persone si riversano in aeroporto ad aspettare i loro eroi: manderanno in tilt l'intera area degli arrivi dell'aerostazione per le successive 8 ore. La partita ispirerà un libro ("La presa di Torino") e uno spettacolo teatrale. Intanto, a Liverpool, il centravanti dei Reds, Ian Rush, futuro juventino, si interroga sulla sua scelta: proprio il martedì precedente aveva fatto installare sulla sua villa una parabola appositamente per vedere i suoi futuri compagni giocare le due partitissime con Real Madrid e Napoli: la Juve le ha perse entrambe. 
A Napoli probabilmente avrebbero tenuto in maggiore consideraazione questo particolare.
Il servizio sulla partita, lo trovate qui

Serie A 1986-87, 9^ giornata, domenica 9 novembre
Torino, stadio "Comunale"

Juventus-Napoli 1-3

Reti: 50° Laudrup, 73°Ferrario, 75°Giordano, 89°Volpecina

Juventus: Tacconi, Favero, Cabrini; Bonini (78°I.Bonetti), Brio, Caricola; Mauro (57°Pioli), Manfredonia, Serena; Platinì, Laudrup. All.: Marchesi

Napoli: Garella, Bruscolotti, Ferrara; Bagni, Ferrario, Renica; Sola (54°Carnevale), De Napoli, Giordano; Maradona, Romano (78°Volpecina). All.: O.Bianchi

Arbitro: Agnolin di Bassano del Grappa

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