lunedì 18 giugno 2012

Niente biscotti, ma qualcuno sembra già alla frutta

Niente biscotti, anche se fino all'ultimo in tanti (me compreso) hanno temuto che arrivasse l'1-1 fra Spagna e Croazia che ci avrebbe rispedito a casa. In compenso, la partita con l'Eire lascia in eredità l'agognato passaggio del turno e un sapore agrodolce: andiamo avanti, e naturalmente bisogna essere contenti, ma è legittimo chiedersi quanta strada faremo. Confesso di non averlo ancora capito: dopo due partite in cui si era giocato bene per circa sessanta minuti, salvo poi calare di molto sul piano fisico, la terza è stata forse l'esibizione meno convincente della Nazionale. Premettendo che dall'altra parte del campo c'era l'Eire di Keane e Duff, e non l'Argentina di Messi, per la prima mezzora l'Italia sembrava sedata con qualche ansiolitico. Col passare dei minuti qualcosa è migliorato, ma nel finale ancora una volta gli avversari ci hanno fatto vedere le streghe.
In mancanza dei biscotti, diversi azzurri sono sembrati abbastanza alla frutta; su tutti Pirlo, che forse ha sofferto il caldo, forse comincia a risentire di un'annata in cui ha giocato praticamente sempre  e praticamente sempre novanta minuti a partita. Anche Marchisio è sembrato in flessione rispetto alle ultime esibizioni (stanchezza o differenze dovute al modulo? Col rombo gli inserimenti sono un po' meno immediati); per fortuna a reggere il centrocampo ci ha pensato un De Rossi superlativo, felicemente restituito al suo ruolo naturale.
Ora ci toccherà di traslocare in Ucraina, per affrontare una fra Francia, Inghilterra e Ucraina (elencate in rigoroso ordine di probabilità), e se l'Italia non migliora, probabilmente la nostra nazionale prenderà la strada di casa. 
Continuo a pensare che, parlando per astratto e per valori assoluti, a livello di qualità la nostra squadra sia vistosamente inferiore solo a due squadre: gli spagnoli (che abbiamo peraltro imbrigliato tatticamente sia quest'anno che nel 2008) e i tedeschi, che a mio parere restano i grandi favoriti. Comincio però a pensare che ci manchi più di qualcosa sia a livello atletico sia di temperamento, e sono proprio queste considerazioni che mi spingono a spezzare una lancia a favore di uno che non se lo meriterebbe. Mario Balotelli (Palermo, 12 agosto 1990) è giocatore controverso, polemico, immaturo, scontroso e odioso, per gli avversari e spesso anche per i compagni. Però, e il gol segnato agli irlandesi lo conferma, così come lo conferma la partita con la Croazia, dove è stato l'unico a fare a spallate coi due centrali slavi, è l'unico centravanti "vero" che abbiamo in rosa. Ha qualità tecniche inversamente proporzionali a quelle cerebrali, e probabilmente non ha senso aspettarne la maturazione, perchè potrebbe non arrivare mai; ma nelle condizioni in cui ci troviamo, pensare di farne a meno sarebbe follia pura. Ve lo dice uno che non lo sopporta.

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