venerdì 29 giugno 2012

I due Eurobond di SuperMario


Proprio un paio di giorni fa, in un bar di Acqui Terme, mentre prendevo un caffè con un amico che probabilmente è anche uno dei lettori saltuari di questi deliri, avevo sostenuto in maniera abbastanza decisa l'idea che l'unico giocatore della Nazionale che aveva in canna i gol che avrebbero potuto (che potrebbero) portarci ipoteticamente a vincere l'Europeo fosse (sia) Mario Balotelli. La sua risposta è stata "se li ha, è meglio che si sbrighi a tirarli fuori"...e a questo punto penso che l'esito della partita contro la Germania, in modi e per ragioni diverse, abbia soddisfatto entrambi.
Ho già detto che non stravedo per SuperMario, per questioni legate a certi atteggiamenti puerili di cui ha costellato la prima fase della sua carriera. Però ho detto, e ho anche scritto, che questa Italia non può fare a meno di lui. Credo che l'esito della semifinale abbia tagliato la testa a ogni dubbio. So che a questo punto mescolare calcio e situazioni socio-politico-finanziarie è esercizio fin troppo scontato, ma confesso che i due Eurobond regalati da SuperMario alla Merkel (quella che dalla tribuna aveva sbertucciato la povera Grecia, per la serie: bello vincere facile) hanno il dolce sapore della goduria.
Poveri crucchi. Contro di noi perdono sempre. Sei anni fa, ai Mondiali giocati in casa, hanno perso perchè erano troppo sicuri di vincere. Ieri sera credo abbiano perso perchè avevano troppa paura di perdere. Continuo a pensare che la Germania, come valore complessivo, fosse più forte di noi: Joachim Low ha a disposizione una grande fioritura di talenti, una generazione di grandi giocatori, che però, dopo aver perso i mondiali in casa sei anni fa, l'Europeo in finale quattro anni fa, di nuovo i Mondiali in semifinale due anni fa, rischia seriamente di passare alla storia come una generazione di perdenti. Intendiamoci: le nuove leve sono forti, Kroos ha 20 anni, Khedira 25, Hummels e Ozil 24, Muller, Reus e Badstuber 23: il futuro è assicurato. Il presente però, per ora sembra non arrivare mai.

La partita
Raramente ho visto una squadra snaturare se stessa e il proprio gioco come la Germania ieri sera. I tedeschi di solito pressano alti e vanno a riconquistare palla in profondità: nel primo tempo non l'hanno mai fatto. Khedira e Schweinsteiger, di solito due colonne sia in fase di interdizione che di rilancio, sono stati sovrastati sia tecnicamente che dinamicamente dal nostro centrocampo formato da De Rossi, Marchisio e Montolivo, mentre Pirlo, cinque metri più indietro, ha sgranato il solito rosario di passaggi filtranti e idee geniali.
Tatticamente Prandelli ha azzeccato tutto (e la cosa comincia a riuscirgli spesso), a cominciare dalla scelta di Balzaretti schierato opposto al piede di calcio, sulla destra: oltre a liberare uno spazio per Chiellini, infatti, la mossa ha consentito di chiudere a dovere gli spazi a Lahm, seguito per buona misura pure da Marchisio in prima battuta.
L'Italia è stata brava a portare la partita dove voleva, cioè per vie interne, evitando il più possibile di allargare il gioco sulle fasce, e insistendo con le penetrazioni palla al piede e gli uno-due centrali, per mettere in difficoltà i due stopper tedeschi, il lento Badstuber e il valido, ma un po' acerbo, Hummels. Risultato perfettamente riuscito, specie nel primo tempo, quando gli uno contro uno di Cassano sono riusciti a creare superiorità numerica.

Gli errori di Low
Qualche errore, col senno di poi, può essere imputato al tecnico tedesco. Intanto, l'inserimento in formazione di Kroos con il chiaro intento di controllare Pirlo, non è stata una mossa andata a buon fine: il tedesco infatti ha cercato di mettere pressione sul nostro playmaker, ma molto spesso si è trovato fuori posizione, e ha costretto spesso a giocare fuori ruolo anche Ozil. Infatti, è abbastanza comprensibile che l'idea di Low fosse quella  di infoltire il centrocampo con un terzo centrocampista centrale, ma senza fare a meno di Ozil, che è stato così inizialmente decentrato sulla destra, con il compito di tagliare dentro sulla trequarti, questo però ha fatto il gioco degli italiani, perchè ha ridotto le opportunità della Germania di sfruttare le fasce, dove gli sbocchi erano dati da ambo le parti quasi solamente dalle avanzate dei terzini, con la Germania più propensa ad alzare Lahm e Boateng di quanto non fosse l'Italia con Chiellini e Balzaretti, specie per le condizioni non perfette dello juventino. Gli attacchi a folate della nostra Nazionale però hanno decisamente scompaginato la difesa tedesca. In particolare il nostro primo gol ha messo in mostra i due problemi principali della Germania: rivedendo l'azione notiamo che prima di tutto, nonostante la pressione iniziale, Pirlo riesce a liberarsi muovendosi indietro e riesce ad aprire un passaggio sulla sinistra. Ozil è in posizione centrale perchè nell'azione precedente ha tagliato dentro, Kroos avrebbe forse dovuto coprirlo sul centrodestra, ma è stato a sua volta tirato fuori dall'arretramento di Pirlo. Questo ha concesso a Chiellini qualche metro per avanzare. Per coprire meglio la fascia, Boateng è costretto ad avanzare di qualche metro e lascia a sua volta uno spazio alle proprie spalle per Cassano; a scalare, Hummels esce verso la fascia per chiudere Cassano, che con un bel dribbling se ne libera e crossa in mezzo dove Balotelli è uno contro uno con Badstuber. E avete visto tutti come finisce.

Finale
Finisce che la finale è Italia-Spagna. E tatticamente sarà un bel rebus. La nostra Nazionale ha giocato una ottima partita nel girone schierata col 3-5-2, ma strada facendo ha tratto nuovi equilibri dal 4-4-2 a rombo. Prandelli terrà fermo l'assetto delle ultime partite? O proverà a rinfoltire il centrocampo? E Del Bosque, giocherà ancora senza un centravanti? Per i due ct, saranno tre giorni di seghe mentali.

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