domenica 1 luglio 2012

La Paella è rotonda per tutti.

Giusto per evitare che, in caso di inglorioso esito della finale, si venga entrambi tacciati di temerario spregio delle norme della scaramanzia, l'amico Marco "Jasper Hanner" Gotta mi ha mandato un altro contributo, stavolta sulla presentazione di Italia-Spagna. Io ovviamente lo pubblico seduta stante. E speriamo che quel popolo di toreri e naccherai torni a vedersi le sue corride senza portarsi dietro la Coppa.

Tutto pronto a Kiev stasera per la finalissima Italia-Spagna: si calcola che dovrebbero esserci circa cinquecento milioni di telespettatori, trenta milioni di italiani di cui un buon 80% in incognito dopo avere inoltrato via mail, twitter e facebook a tutti i loro amici il boicottaggio degli Europei per protesta contro una strage di cani randagi. Chissà quanto si mangerà le mani Prandelli per non avere convocato Tassotti, la cui squalifica per la gomitata in faccia a Luis Henrique scadeva proprio oggi; il mister ha comunque espresso la massima fiducia nella squadra che ha rimandato a fanKohl i tedeschi. Gli spagnoli ci temono: l'unico gol subito in tutta questa edizione degli europei lo ha segnato Di Natale, purtroppo per Donadoni con quattro anni di ritardo. La Spagna campione di tutto improvvisamente si scopre umana ed ha paura: Xavi e Iniesta hanno vinto una gara di rutti in un bar di Kiev, mentre per la prima volta Sara Carbonero si è negata a Iker Casillas adducendo come scusa un mal di testa. Dall'altra parte un'Italia dove alcuni giocatori al test del DNA sono stati collocati nell'intersezione fra “Uomini molto stupidi” e “Macachi molto intelligenti”, pendendo poi in una successiva valutazione più verso la seconda categoria. La Spagna ha dalla sua alcuni assi vincenti: studia l'italiano tipo grazie alle offerte scontatissime a Lloret De Mar ormai da anni, ha un possesso palla così ossessivo che la FIFA avviò un'indagine supplementare per verificare che giocassero con un solo pallone ed ha saputo rinnovarsi senza snaturarsi, ma costruendo anzi un nuovo telaio su cui fondare le basi per i trionfi futuri. Niente male, se si pensa che qui in Italia anche in caso vincesse non siamo sicuri rimanga nemmeno l'allenatore. A Kiev è febbre biglietto: rincari così elevati che moltissimi puttanieri hanno rinunciato all'ennesima trasferta sessuale per bagarinare il biglietto aereo ad un tifoso; ci dovrebbero essere 14.000 spagnoli e 8.000 italiani, ma l'ultima parola la diranno solo gli accrediti omaggio.
Per scaramanzia, intanto, intervistato l'eroe di Berlino ed autore dell'ultimo rigore Fabio Grosso che ha così commentato la nuova maglia della Juve: “Trenta sul campo. Vabbeh, meglio: forse così Conte in panchina mi ci fa stare.”

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