venerdì 2 marzo 2012

Moses Kanduri: una bella faccia di Bronx

Moses Kanduri lo aveva detto: «Sarà uno spettacolo inimitabile, mai visto prima».  E in effetti, la promessa del pittoresco promoter, organizzatore del match amichevole fra Ghana e Cile, è stata pienamente mantenuta. La speranza di tutti però è che oltre che inimitabile l'esperienza sia irripetibile. Qualche dubbio sulla sua competenza in materia in realtà ai giornalisti era venuta: insospettito dal fatto che il biglietto da visita offerto agli inviati da mister Kanduri fosse un cartoncino che sull'altro lato riportava stampato un buono-consumazione alla Oze Tavern, un locale del Bronx, il quotidiano cileno "La Tercera" si era convinto ad aprire una piccola inchiesta, e i cronisti avevano così scoperto che la principale occupazione del signor Kanduri non è l'organizzazione di eventi sportivi, bensì la gestione di un bar, di cui è proprietario. Ma le sue rassicurazioni erano evidentemente bastate a convincere le due federazioni a fidarsi di lui. Ne è scaturita un'amichevole dalle caratteristiche davvero uniche, dal cambio dello stadio fino all'intervallo-monstre con annessi problemi a cominciare la ripresa. Ma andiamo con ordine, cominciando dal deprimente colpo d'occhio offerto dal PPL Park di Philadelphia, dove le squadre hanno giocato. Lo stadio può contenere circa 80.000 spettatori, ma sugli spalti la sera del 29 febbraio ne sedevano circa 5000. Peccato, un disinteresse così per una partita fra due ottime nazionali: certo, avvertire i tanti americani di origine cilena o ghanese che la partita non si sarebbe più giocata al Meltlife Stadium, in New Jersey (177 chilometri più a sud), avrebbe forse aiutato ad avere una migliore affluenza, e avrebbe certo indispettito un po' meno gli ignari possessori di biglietti in prevendita, che invano si sono recati al primo dei due stadi.
Ovviamente il cambio di stadio aveva impedito la vendita di pubblicità tramite cartelloni, e d'altra parte Kanduri non si era premurato di curare la ricerca di aziende interessate a spot pubblicitari tv, così che nessuna rete americana ha trasmesso la partita e ai cileni di Chilevision è toccato pagare un service locale per allestire un ponte da cui inviare le riprese al satellite per consentire la ritrasmissione della gara in Cile.
Ma non parlategli di inefficienza: «Il fatto è che il cambio di stadio è stato così repentino che non ho avuto tempo di pensare ad altro - spiega Kanduri - e comunque c'erano così tante cose da fare che qualche problemino è normale. Le riprese sono costate di più? Cosa sono i soldi di fronte alla felicità di un popolo? I cileni sono stati contenti di vedere la loro nazionale, anche se la televisione ha dovuto pagare qualche soldo più del previsto». Giusto: qualche errorino è normale. Cosa volete che sia se il poster ufficiale dell'amichevole anzichè riportare l'orario del "Kick off", aveva stampata la dicitura "Kik of"? Piccolezze, di fronte a uno spettacolo bene organizzato.
Certo, è probabile che i 5000 coraggiosi sugli spalti si siano chiesti come mai quello strano intervallo fra primo e secondo tempo durato ben 35 minuti. Una spiegazione plausibile arriva da un membro dello staff tecnico del Cile: «Eravamo già pronti per andare in campo, quando abbiamo sentito una discussione molto concitata provenire dallo spogliatoio del Ghana». Ma di cosa discutevano il team manager ghanese e mister Kanduri? «Non lo so. Ci hanno detto di aspettare a rientrare», dice Emmanuel Baffour, attaccante del Ghana. Il compagno (e autore del gol delle Black Stars) Richard Mpong sostiene che «c'era un problema tecnico», ma in realtà era in atto una trattativa "last minute" sul pagamento alla nazionale africana dell'ingaggio pattuito per la sfida. L'organizzatore aveva fatto notare che l'incasso era troppo magro e aveva rassicurato la federazione su un pagamento entro 36 ore. Interpellato alla ripresa del gioco, Kanduri ha comunque glissato: «Il ritardo? semplici questioni di spogliatoio. Succedono in tutte le partite». O almeno, in tutte quelle che organizza lui. E quando i giornali cileni gli chiedono conto di quanto abbia effettivamente reso l'amichevole fra incassi, piccole sponsorizzazioni e contratti con le due tv nazionali, il promoter da buon uomo d'affari si fa riservato: «Non saprei: per un conteggio affidabile dovreste sentire il mio ufficio contabilità». Il che, detto da un personaggio che afferma di non possedere linee fisse in ufficio, ma di fare tutto con un numero di cellulare, non aiuta a chiarire le cose. Forse, per una persona che ha esperienze certificate solo nell'organizzazione di serate di musica latina con DJ, farsi carico di un evento del genere è quantomeno inusuale... «Siamo come bambini. Impariamo a camminare passo dopo passo, e qui ho mosso un passo. A volte i bambini cadono, e anche io sono ruzzolato. Ma alla fine, cadendo, sono certo di avere imparato a camminare e di poter arrivare lontano».
Per la cronaca, il Cile ha pareggiato con un rigore di Fernandez l'iniziale vantaggio del Ghana segnato nel primo tempo dal ghanese Mpong. Dell'ingaggio pattuito e della sua effettiva corresponsione, stranamente, nessun membro della Federcalcio ghanese parla invece volentieri.
Moses Kanduri: una bella faccia di Bronx.

Philadelphia, PPL Park Stadium, 29 febbraio 2012
Ghana-Cile 1-1
Reti:
42'Mpong (G); 75' rig.M.Fernandez (C)
Ghana (4-2-3-1): Kwarasey; Paintsil, Alhassan (46' D.Opare), Boye(46'L.Addy), Johnathan Mensah; Annan (46' A.Acquah), Boateng, Kwadwo Asamoah, Muntari; Oduro (18' Mpong, 75' Warris), Baffour. All.: Goran Stevanovic
Cile (3-5-2): Bravo; O.González, M.González, Rojas; Aránguiz, Medel, Díaz, Toro, Fernández; Sánchez, Suazo. All.: Claudio Borghi
Arbitro: Elias Bazakos (USA)

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