mercoledì 7 marzo 2012

Fino alla fine, forza Cùcuta

"Non perderei questa partita neanche morto", aveva detto agli amici il giovane Christopher Alexander Jacome Sanguino, sedicenne colombiano di Cùcuta a pochi giorni dall'attesa sfida, valida per l'ottava giornata della serie A (anzi, per dirla alla colombiana, della Liga Postobon), fra la sua squadra del cuore, il Deportivo Cùcuta e i temibili rivali dell'Envigado FC. Quello che lo sfortunato giovane non immaginava, però, era che la sua determinazione e la sua promessa sarebbero state messe di lì a poco alla prova. Proprio il giorno precedente la partita, infatti, Sanguino resta vittima di una pallottola di rimbalzo in un prolungato scontro a fuoco verificatosi nel suo quartiere mentre sta giocando a calcio con alcuni amici in un'area verde.
Fedeli al detto che afferma che i veri amici sono quelli che non ti lasciano solo nemmeno nel momento di maggiore difficoltà, gli "hincha" (ultrà) del Deportivo prendono l'iniziativa, e chiedono alla famiglia di portare la bara del figlio allo stadio "General Santander" durante il big-match. Le cronache lasciano intendere qualche titubanza da parte della madre, ma il padre di Christopher Alexander mostra di comprendere bene la vera essenza del problema, e dà il suo assenso: "Christopher è sempre stato un ragazzo che manteneva le sue promesse. Credo che gli avrebbe fatto piacere questo tipo di iniziativa e per questo lo accetto".
Non è esattamente chiaro come i ragazzi della "Barra del Indio", siano riusciti ad eludere i controlli della polizia, fatto sta che nel bel mezzo della gara, la "hinchada" del Deportivo tiene fede al suo proposito, come potete vedere qui. Cinque minuti dopo l'insolita passerella, il Deportivo segna il gol della vittoria.
Fino alla fine, forza Cùcuta 

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