lunedì 27 febbraio 2012

Oltre la linea. Quando Pazzagli fece come Buffon

Il calcio a volte è come la storia. Corsi e ricorsi si inseguono e si susseguono, ciclici, a distanza di anni, ed è incredibile vedere ripetersi episodi per molti versi simili, se non nelle dinamiche almeno nella sostanza, a distanza di tanto tempo e mai in momenti casuali. Forse perchè nel calcio è l'episodio che fa la storia, e mai il contrario.
Il calcio a volte è come la letteratura. E capita che anche negli episodi, talvolta, la legge del contrappasso si riaffacci sinistra. Chi di spada colpisce, di spada perisce.
Il calcio è un po' come uno spettacolo di una compagnia teatrale itinerante: oggi qui, a Milano, ieri là, magari a Bologna, ai protagonisti tocca recitare una parte, e così capita che il "derubato" di oggi, in una antica rappresentazione, fosse il "ladro" di ieri.
Basta similitudini, parliamo per esempi concreti, e allora torniamo indietro di 22 anni circa, all'8 aprile 1990. Gli sportivi più attenti (e i tifosi del Napoli) ricordano quella data per un fatto accaduto a Bergamo, dove durante Atalanta-Napoli una monetina da 100 lire lanciata da un tifoso bergamasco coglie in testa il napoletano Alemao, che va a terra, e viene convinto a restarci da una pensata del massaggiatore Carmando. Il Napoli avrà il 2-0 a tavolino, che sarà decisivo per attribuire uno scudetto del quale il Milan per anni si sentirà ingiustamente defraudato. Ingiustamente è l'avverbio più corretto. Perchè quella stessa domenica, a Bologna, va in scena una delle prime rappresentazioni della "commedia della linea", intesa come linea di porta.
A Bologna è una bella giornata. I rossoblù, allenati da Gigi Maifredi, già promesso sposo della Juventus, sono salvi da tempo e affrontano la gara senza patemi di classifica. Una buona squadra, il Bologna, con gli ex juventini Bonini e Cabrini, i futuri bianconeri Bonetti e Luppi, il "mitico" Villa, l'ex laziale Giordano, il brizzolato Stringara. Bellissima squadra il Milan, che infatti lotta a coltello per bissare lo scudetto del 1987-'88: la difesa è quella classica con Tassotti, Maldini e Baresi. Il ruolo di secondo centrale vede alternarsi il giovane Costacurta e il più esperto Filippo Galli, cui tocca la maglia da titolare al "Dall'Ara". Poi ci sono Donadoni, i tre olandesi, Simone, Massaro e in panchina la pelata di Arrigo Sacchi.
Per ottanta minuti i rossoneri attaccano ma cozzano contro la difesa petroniana. Poi all'81° ecco l'episodio che fa storia: su un tiro sporco di Waas prova ad avventarsi il nuovo entrato Lorenzo Marronaro (Roma, 16 gennaio 1961), seconda punta generosa e un po' confusionaria; Filippo Galli vede con la coda dell'occhio l'avversario e per evitare guai interviene in scivolata per agevolare il proprio portiere. I tre però fanno mucchio e la palla sfugge a Pazzagli, toccato da Galli, per poi ballonzolare lentamente verso la linea di porta e oltre. Ben oltre, almeno venti centimetri.Poi lo stesso Pazzagli con una manata la tira fuori. L'arbitro Lanese (in alcuni tabellini si riporta Treossi. Diamo fede al "Panini"), non riesce a rendersi conto dell'accaduto. Il guardalinee non lo aiuta, il gol non viene concesso, il Milan rubacchia un pareggio. Dite la verità: non vi ricorda qualcosa? Potete vedere la dinamica e una sintesi della partita qui. Adriano Galliani (già allora ad del Milan) sicuramente ricorderà. E magari ricorderà anche che curiosamente Pazzagli in quell'occasione non aiutò Lanese facendogli sapere lealmente che la palla aveva varcato la linea; anzi, si affrettò a smanacciarla fuori porta. Nè più, nè meno quanto ha fatto Buffon a San Siro.
Curiosamente, ma forse non tanto se pensiamo alla egemonia mediatica del presidente del Milan (allora molto più presente nel calcio di quanto non lo sia oggi), la giornata passerà alla storia solo per la monetina di Alemao, e del gol di Marronaro dopo poche settimane nessuno parlerà più. Eppure, la corsa allo scudetto fu falsata da entrambi gli episodi. 
Marronaro come Muntari, il Milan come la Juve. E poi qualcuno dice che il calcio non ha valori culturali: i "ladroni" di ieri sono diventati i "derubati" di oggi; nemmeno Dante aveva saputo giungere a tanta raffinatezza.

Bologna, stadio "Renato Dall'Ara", 8 aprile 1990
Bologna-Milan 0-0
Bologna:
Cusin, Luppi, Villa, Stringara, Iliev, Cabrini, Galvani, Bonini, Waas, I.Bonetti, Giordano (77' Marronaro) - All.: Maifredi
Milan: Pazzagli, Tassotti, P. Maldini, Massaro, F. Galli, F.Baresi, Donadoni (71' Stroppa), Rijkaard, Van Basten, Evani, Simone (61' Borgonovo) - All.: Sacchi
Arbitro: Lanese

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