martedì 5 maggio 2015

Alla lavagna - Una serata da Gran Signora.

Sarebbe un grave errore pensare di avere messo un'ipoteca sul passaggio del turno. Ma di certo con la vittoria dello Juventus Stadium la Juventus ha mosso un passo verso il suo pieno reintegro nei ranghi dell'aristocrazia europea. Il Real Madrid, per qualità dei singoli e potenzialità offensive, resta la squadra più forte. Ma nel calcio non vince sempre il più forte, e questa volta il meno forte ha vinto con merito. 
Alla base della vittoria juventina c'è un grande lavoro compiuto alla lavagna, in fase di preparazione del match. La tattica scelta da Allegri si dimostra vincente e mette in scacco il Real con 4 mosse.

1) L'uso del pressing
La Juventus imposta la gara facendo leva su una linea del pressing molto alta, attaccando il pallone quando questo è fra i piedi dei cinque giocatori difensivi del Real, ovvero i 4 difensori e Sergio Ramos, che è difensore pure lui ma per l'occasione gioca in mediana. Tutte le azioni pericolose dei bianconeri partono da palloni recuperati alti, oppure da errori di impostazione dei cinque elementi difensivi del Real (particolarmente dallo stesso Ramos, in serata del tutto negativa). Naturalmente, si tratta di una tattica dispendiosa, che infatti i bianconeri portano avanti soprattutto nelle fasi iniziali dei due tempi; quando invece il ritmo si abbassa e il pressing si affievolisce, il Real ha modo di far valere la sua maggiore qualità tecnica. Le azioni pericolose dei madrileni hanno tutte un dato comune: in qualche modo la squadra supera, o evita, la prima linea di pressing.
I tiri della Juventus indirizzati nello specchio della porta (in giallo i due gol).
I bianconeri hanno ben distribuito le conclusioni negli ultimi 20 metri

2) Squadra 'corta'
Sempre in trenta metri, con gli attaccanti che spesso ripiegano sui centrocampisti: è una Juventus molto organizzata, messa in campo non a caso con Vidal trequartista e Sturaro in mediana. Oltre a coprire meglio il campo (in fase difensiva Sturaro segue Rodriguez, e Vidal si abbassa in linea con gli altri centrocampisti, in una sorta di 4-1-3-2), la forza fisica dell'ex genoano si fa sentire, impedendo a Rodriguez, che al pari di Izco segue traiettorie che lo portano ad accentrarsi, di risultare pericoloso. Non a caso, quando il colombiano sfugge alla guardia (e accade in pratica solo due volte), il Real crea i pericoli maggiori, con il gol di Cristiano Ronaldo (assist proprio di Rodriguez) e la traversa colpita direttamente dal colombiano.

3) Gestione di Ronaldo e Bale
Il gol del momentaneo 1-1 di Cristiano Ronaldo
Sulla carta, soprattutto per la loro velocità e la differenza di passo rispetto ai centrali bianconeri, erano loro i maggiori pericoli. Allegri li neutralizza impedendo loro di sfruttare la profondità, attraverso uno schieramento 'corto', e facendo in modo di incanalarli il più possibile sulle fasce laterali, dove i raddoppi di Lichtsteiner e Evra (che hanno un passo più vicino a quello dei due attaccanti dei blancos) risultano più efficaci.

4) Tevez fra le linee
I due attaccanti della Juve, Tevez e Morata, non giocano in linea, e nemmeno particolarmente vicini. La posizione che la difesa del Real non riesce quasi mai a interpretare è quella di Tevez, che gioca fra le linee: parte molto profondo, infoltendo il centrocampo, e si inserisce ora alla destra, ora alla sinistra di Morata, dando vita a un problema di difficile soluzione per la difesa spagnola. Nei primi minuti, soprattutto, prevederne i movimenti è impresa troppo difficile per la retroguardia iberica. Tevez va al tiro due volte nei primi cinque minuti: la prima, mancando l'impatto con la sfera da posizione estremamente invitante; la seconda inserendosi con un taglio in diagonale e calciando ad incrociare, con un tiro teso che propizia l'1-0 di Morata. Ad un certo punto, le telecamere inquadrano il povero Casillas, che invano fa segno con le due mani aperte verso la propria panchina, come a dire "Il 10 sta facendo quello che vuole".
Le conclusioni scoccate dal Real nello specchio della porta (in giallo il gol di Ronaldo)
I madridisti, gol a parte, si sono resi pericolosi solo dai venticinque metri

Gli errori del Real
Come sempre quando c'è un vincitore a sorpresa, oltre ai meriti di chi vince vanno tenuti presenti i demeriti di chi perde. Nel Real ci sono almeno tre cose che non vanno. La prima è la posizione impropria di Sergio Ramos, schierato a centrocampo, evidentemente con compiti di mediano. Oltre a rivelare carenze in fase di impostazione (non sorprendentemente) risulta poco utile sul piano tattico, perchè il trequartista di cui dovrebbe prendersi cura, cioè Vidal, trequartista non è, ma gioca a tutto campo, sovente portando lo spagnolo fuori posizione.
Chiellini non va per il sottile su Cristiano Ronaldo
Il secondo problema è connaturato alla disposizione in campo: l'idea di Ancelotti, quando ha schierato James Rodriguez largo a destra, era probabilmente quella di permettergli di rientrare centralmente per sfruttare gli spazi che Ronaldo e Bale, allargandosi a turno, avrebbero potuto aprirgli. Ma la gabbia predisposta da Allegri (Sturaro in prima battuta, poi Evra in raddoppio) ha impedito che la mossa potesse avere efficacia, e togliendogli spazio, Rodriguez ha finito con l'assumere una posizione molto più marginale. Per fortuna, perchè l'assist dell'1-1 e la traversa del possibile vantaggio ne dimostrano la pericolosità potenziale.

Le prospettive
A Torino si è vista una gran Signora. Ma le partite di Champions' League, come tutti sanno, si giocano sull'arco dei 180' e il vantaggio 2-1 non è certo un margine che permetta di andare a Madrid in tutta serenità. Al Bernabeu sarà una serata torrida, ma il Real qualche spazio dovrà offrirlo, e la difesa madridista non è parsa esattamente impenetrabile. La Juve vista a Torino ci può lavorare.

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