lunedì 6 ottobre 2014

Alla lavagna: Juve-Roma, più episodi che tattica

Esistono partite dove la tattica passa in secondo piano, e Juve-Roma è stata sicuramente una di queste, e a fronte di polemiche legate ad un numero sorprendentemente grande di episodi dubbi e di decisioni arbitrali discutibili, che probabilmente si trascineranno a lungo, parlare solo di calcio può parere persino riduttivo. Eppure è giusto farlo, se non altro perchè di solito alla fine di ogni stagione le classifiche vengono delineate da aspetti che vanno al di là dei singoli episodi, per quanto importanti.
Sul piano del risultato, è finita come al solito, cioè come negli ultimi anni. Ha vinto la Juventus. Sul come, stavolta, si può e si deve discutere, soprattutto perché sul piano tattico la partita è finita sostanzialmente in parità. 
Ancora una volta, in avvio la Juventus riesce a fare leva su un elemento sorpresa. Lo scorso anno, Conte aveva battuto Garcia facendogli intendere che avrebbe giocato a viso aperto, e rispolverando invece un contropiede vecchia maniera che aveva scompaginato le fila giallorosse. Stavolta Allegri, conscio che il gioco non poteva riuscire una seconda volta, ha lavorato tutta la settimana per preparare una partita basata sul possesso palla, ed è riuscito (vera impresa in un mondo costantemente sotto gli occhi dei media) a nascondere a tutti il recupero di Pirlo, rispolverato proprio poche ore prima della partita, quando nessuno se lo aspettava più. Non parliamo, questo è certo, di un Pirlo in gran forma, ma la sua presenza ha comunque obbligato la Roma ad adattare il suo modulo, che da 4-3-3 ha subito preso le sembianze di un 4-2-3-1, con Pjanic costretto, in fase di non possesso, a salire per fare pressione sul regista, e modificando le distanze fra centrocampo e attacco. 
Difensivamente il concetto di Allegri è stato piuttosto evidente: per evitare di concedere spazi a Gervinho e Iturbe, ma allo stesso tempo per cercare di tenere bassa la Roma, la Juventus ha gestito la fase di non possesso in due modi: pressing alto in avvio di azione per recuperare palla in posizione favorevole (soprattutto quando ad essere in possesso era Yanga Mbiwa, il difensore tecnicamente meno dotato) e non lasciare che gli avversari alzassero troppo il baricentro, e quindi, le volte che la Roma ha rotto la prima linea di contrasto, immediato ripiegamento, con la difesa pronta ad abbassarsi per togliere ai giallorossi gli spazi necessari per far correre gli esterni, a cui sono rimasti quasi esclusivamente i tagli verso il centro del campo. Nel corso del primo tempo è spesso accaduto che Totti, tornando verso la sua metà campo per giocare il pallone, non abbia trovato nessuno da lanciare sulle due fasce, ed è significativo che in una delle poche occasioni in cui la Roma ha avuto campo con i difensori della Juventus sorpresi "alti" sulla trequarti, proprio un tocco di Gervinho abbia mandato in gol Iturbe per il momentaneo 2-1.
Il fallo su Marchisio sullo 0-0. Forse era il "più rigore" di tutti.
Sull'altro fronte, Garcia ha ben studiato le coperture difensive, sia sulle due punte (solo Tevez ha avuto qualche spunto, ma sempre lontano dalla porta), sia sulle mezzeali, con Nainggolan e Keita a ridurre al minimo l'incidenza sulla partita di Marchisio e Pogba. Il gioco della Juve infatti è apparso inaridito. Ne è venuta fuori una partita non bella, molto fisica, con sprazzi di gioco (anche pregevoli) a rischiarare uno spettacolo tecnicamente non eccelso, anche se televisivamente avvincente per la sua intensità.
Sul piano prettamente tattico, il risultato più giusto sarebbe stato certamente il pareggio, se non fosse che a decidere la partita sono intervenuti gli episodi, legati ad un arbitro apparso in preda a mania di protagonismo. Rocchi ha fischiato 3 rigori (uno evidente, su Totti, uno discutibile, su Pogba e uno inesistente, sul mani di Maicon in barriera), ne ha ignorato un altro piuttosto chiaro (su Marchisio sullo 0-0). Soprattutto non ha mai dato l'impressione di governare la partita, che a tratti ha assunto connotati da Juve-Roma anni Ottanta, fra nervosismo, proteste e 'fajolada' finale con un rosso per parte. Alla fine i tre punti vanno alla Juventus, ma è difficile affermare ora che possano essere decisivi per l'esito finale del campionato, visto che la Roma è sembrata in grado di giocare alla pari. Gli unici che da questa partita hanno tratto chiari vantaggi, sono probabilmente i fautori della moviola in campo.

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