domenica 5 gennaio 2014

Alla lavagna - Totti ha ragione, la Juve è più cattiva

Alla fine Francesco Totti non aveva tutti i torti. La Juve è più cattiva. O forse semplicemente più matura, della Roma. La differenza probabilmente sta qui, fermo restando che il 3-0 finale è punteggio forse troppo severo per la squadra giallorossa che per un'ora circa ha giocato sostanzialmente alla pari e per un altro quarto d'ora ha tenuto comunque campo dignitosamente.
Per analizzare correttamente la partita, ritengo sia giusto eliminare dalle considerazioni l'ultimo quarto d'ora (senza dimenticare, per inciso, che due espulsioni in due minuti sono comunque un sintomo di forti problemi a gestire le pressioni), e soffermarsi sui primi 75 minuti, che comunque hanno visto emergere tatticamente l'acume di Conte rispetto alle idee di Garcia

Possesso e baricentro
Le statistiche dicono che la Juventus è sin da inizio stagione una delle tre squadre col maggior possesso palla (54%; le altre sono la stessa Roma, 55% e il Napoli, 53%) e una delle tre col baricentro medio più alto (la più alta è il Napoli, la terza la Fiorentina). Eppure per i primi diciotto minuti, fino al gol dell'1-0, i bianconeri vengono schiacciati nella loro trequarti e a fine partita lasceranno alla Roma una netta supremazia nel possesso palla. 
Ci sono due possibili spiegazioni per questo: la prima è che la pressione della Roma, partita subito in modo spavaldo, e caricata a dovere dal proprio tecnico che aveva annunciato di voler giocare la partita per vincere, abbia costretto sulla difensiva i bianconeri. La seconda che la Juve abbia deliberatamente deciso di abbassarsi. A mio parere è giusta la seconda: Conte, preso atto delle dichiarazioni di Garcia e conscio del fatto che la Roma, con Totti 'finto nove' e Gervinho e Ljajic chiamati a inserirsi tagliando al centro dalle ali, avrebbe avuto bisogno di spazi per realizzare il proprio disegno, ha compresso i suoi negli ultimi trenta metri.
Ne viene fuori un primo quarto d'ora di gara con due squadre molto corte e gioco che staziona principalmente sulla trequarti juventina

Il punto debole
La Juve segna, sin troppo facilmente, su una manovra di elementare linearità: palla scaricata sulla punta, in questo caso Tevez, che si gira in area e scarica sul raddoppio del compagno che arriva dalle retrovie, ovvero Vidal. 
Nell'azione del gol ci sono almeno due errori da parte della difesa romanista: anzitutto De Rossi, che si trova a contenere Tevez in maniera abbastanza estemporanea (la zona che gli era stata assegnata era il centrodestra romanista, per parare gli inserimenti di Pogba), lo lascia girare con troppa facilità, dopodichè lo lascia, senza guardarsi dietro, convinto che alle sue spalle ci sia un compagno. il compagno però è in ritardo, ed è Castan. Inevitabile notare che anche sul secondo gol, segnato da Bonucci su un calcio piazzato, è di nuovo Castan a perdere lo juventino, che gravita nella sua zona, e a non chiudere sul secondo palo. La Roma ha preso due gol su due sul suo centrosinistra. Sul terzo gol il centrale romanista completa la serata facendosi espellere per fallo di mano sulla linea. Il punto debole dei giallorossi è stato lui.

Considerazioni finali
Ci sono molte considerazioni da fare sull'esito della partita, ma sono quasi tutte considerazioni minimali, da poche righe. Anzitutto, la Juve si porta a +8 sulla Roma, con la quasi certezza di avere dalla sua i confronti diretti: il campionato a 20 è lungo, e gli scadimenti di forma sono sempre dietro l'angolo, ma sembra difficile che i bianconeri possano perdere il campionato. La Roma subisce il primo ko dopo 17 gare utili iniziali: più che la sconfitta di Torino le pesano sul bilancio i 4 pari consecutivi di inizio dicembre. Il campionato italiano si conferma assai sbilanciato: non c'è più equilibrio, visto che la capolista ha superato la seconda e la terza in classifica segnando tre reti. Infine, la Roma conferma di essere, al di là di tutte le buone intenzioni, inevitabilmente dipendente da due giocatori, i soliti Totti e De Rossi. Lo scadimento di forma di Totti (infortunio e riflusso al ritorno in campo, dopo un grande inizio di stagione) ha portato a un grosso calo nelle azioni romaniste; De Rossi si conferma in difficoltà nel controllare i nervi quando partite molto cariche di attesa svoltano in maniera negativa: è il suo più grande difetto sin dai Mondiali 2006, e purtroppo in 7 anni non è mai riuscito a correggerlo fino in fondo.

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