domenica 22 dicembre 2013

Alla lavagna: Palacio decide un derby fra poveri

L'Inter prende il Milan per stanchezza e fa suo un derby natalizio piuttosto triste, e, per quanto riguarda il livello tecnico, complessivamente fra i più scarsi di sempre. Un derby fra poveri, infarcito di tanti errori, da una parte e dall'altra, e non è forse un caso che alla fine a decidere non sia stata la maggiore qualità di una delle due protagoniste, quanto la differenza del tono atletico.

Undici base
Squadre in campo con due assetti concettualmente diversi. Il Milan, che tutte le indiscrezioni vorrebbero "ad albero di Natale", sceglie invece un modulo più simile al 4-3-1-2, con Saponara in posizione di centrocampista offensivo classico, e Kakà ad alternare le mansioni di trequartista e quelle di seconda punta alle spalle di Balotelli. Nell'Inter, Mazzarri sacrifica la qualità tecnica a favore della solidità atletica (una scelta che inizialmente sembrerà sbagliata, ma che alla fine pagherà i suoi dividendi): Kovacic si accomoda in panchina e nel 3-5-1-1 i cinque di centrocampo sono tutti giocatori di corsa più che di qualità: due esterni come Jonathan e Nagatomo, affiancati da due cursori come Zanetti e Taider, mentre l'uomo di centro, Cambiasso, non ha compiti di regia ma piuttosto di schermo davanti alla linea a tre. In teoria l'uomo chiamato a fare la differenza sul piano qualitativo è Guarin, che parte 10 metri alle spalle di Palacio con ampia libertà di spaziare.

Questioni di baricentro
Difficile immaginare i piani dei due allenatori, ma lo schieramento dell'Inter, e il fatto che il Milan si schieri con una punta, un trequartista e una mezzapunta, autorizza a pensare che l'intento di Mazzarri sia quello di concedere qualche metro al Milan per poi trovare spazio alle spalle delle sue linee. La scelta però ha delle ripercussioni negative, perchè il baricentro del gioco per tutto il primo tempo resta profondamente nella metà campo nerazzurra, dove le due linee di difesa e centrocampo finiscono con l'appiattirsi una sull'altra, mentre Guarin e Palacio, isolati da una frattura di 40 metri rispetto ai compagni, possono solo scegliere se aspettare invano il pallone nelle posizioni loro assegnate, o invece tornare in profondità nella propria metà campo per giocare qualche pallone, ma a troppa distanza rispetto alla porta avversaria.

Primo tempo
Il primo tempo è del Milan: i rossoneri hanno meno corsa, ma più qualità e più individualità, e tengono a lungo il possesso palla nella metà campo interista. Non passano, ma sfiorano un paio di volte il gol (su errati interventi di Handanovic) e soprattutto rischiano pochissimo. Ma la supremazia territoriale ha un costo: i terzini giocano alti e hanno molti metri di campo da percorrere in ripiegamento; i tre centrali di centrocampo, per sopperire all'inferiorità numerica, devono pressare con grande intensità, e questo finirà con lo sfiancare soprattutto Muntari e Poli

Secondo tempo
Nel secondo tempo, l'Inter parte meglio, poi il Milan, nella fase centrale, produce il massimo sforzo alla ricerca del gol del vantaggio, che quasi realizza quando Poli arriva un soffio in ritardo su un tiro di Balotelli respinto corto da Handanovic. Ma il centrocampo perde di intensità, e le punte non tengono il pallone con sufficiente continuità per far riposare i compagni. Quasi di colpo, intorno al 70°, l'Inter guadagna metri e comincia a sollecitare gli interventi di Abbiati.

Sostituzioni
A questo punto si determina la svolta: Allegri dovrebbe intervenire rinforzando il centrocampo e la difesa, ma ha molti giocatori in non perfette condizioni: anzitutto Emanuelsson, che pur infortunato è dovuto entrare al posto di Constant, poi Saponara, che non ha i 90 minuti nelle gambe, infine Muntari e Poli, molto stanchi: sono troppi per cambiarli tutti, e il rischio di sbagliare è grande. Il tecnico toscano cambia Saponara con Matri, nel tentativo di inserire un attaccante capace di conservare il possesso palla. 
Ma Mazzarri ha capito che è il momento di osare e in pochi minuti aumenta anzitutto la quantità di forza a centrocampo inserendo Kuzmanovic, e quindi il tasso qualitativo, con Kovacic e Icardi. Il gol di Palacio arriva quando ormai il vantaggio è maturo.

Conclusioni
Ha vinto l'Inter perchè in possesso di maggiori alternative di gioco. Il Milan avrebbe potuto fare sua la partita se fosse andato in vantaggio nel primo tempo, o nel secondo nel momento di massima pressione, ma la sensazione di una squadra incompleta e con poche variabili soprattutto a centrocampo resta a mio avviso l'immagine più forte fra quelle che emergono da questo derby. L'altra certezza è che a Milano quest'anno c'è poco da divertirsi.

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