mercoledì 28 novembre 2012

Quasi derby - 1973, Giagnoni e quel pugno a Causio

A una manciata di giorni dal ritorno in scena, dopo tanti anni di assenza, del derby della Mole, un salto in archivio è quello che ci vuole per farsi venire l'acquolina in bocca, e la prima tappa di questa trilogia dell'Amarcord è giusto di trent'anni fa
Dicembre 1973: In vetta alla hit parade c'è Lucio Battisti con ."La collina dei ciliegi" (E respirando brezze/ che dilagano su terre senza limiti e confini/ ci allontaniamo e poi/ ci ritroviamo più vicini), mentre fra gli LP dominano i Pink Floyd con "The dark side of the Moon". Al cinema va forte Giancarlo Giannini con "Film d'amore e d'anarchia". In compenso quasi tutti, al cinema o allo stadio, ci vanno a piedi o in bicicletta: per colpa di qualche sceicco cattivo e della crisi monetaria mondiale, il petrolio è alle stelle, ed è tempo di austerity.
Torino si consola con la stracittadina, che all'epoca è una sfida in grado di bloccare la città: la giornata è la settima di andata: la Juventus, campione in carica, allenata dal glaciale Čestmír Vycpálek, ha 10 punti e insegue il Napoli del 'gringo' Clerici, in vetta a quota 11; il Torino, che sta mettendo le prime basi di quella che sarà la squadra del trionfo 1976, è indietro di 3 lunghezze dai 'cugini'. Sulla panca dei granata siede un signore sardo, dai riccioli neri (che dalla stagione successiva coprirà con un colbacco che sarà poi sempre associato al suo nome) e dal fare incazzoso, di nome Gustavo Giagnoni (Olbia, 23 marzo 1933). In mezzo, fra le due torinesi, a quota 9, c'è la Lazio di Chinaglia, che incredibilmente vincerà quel campionato.
Davanti a 65.000 persone, il "Comunale" ospita un derby nervoso e spigoloso. L'arbitro, signor Panzino di Catanzaro, ha il suo daffare per evitare che la partita degeneri: fischierà 56 falli (che per il calcio degli anni Settanta, dai ritmi molto più lenti degli attuali, erano un'enormità), e terrà in pugno l'incontro per tutti i novanta minuti. Il Torino, privo di Pulici, ma trascinato dal cuore granata di capitan Ferrini, Agroppi, Rampanti e Sala, e col giovanissimo Graziani centrattacco, parte a testa bassa e sbaglia un paio di gol nel primo quarto d'ora. Poi, col passare dei minuti, esce fuori la Juve, che ha in avanti il duo Anastasi-Bettega, supportato a centrocampo da Capello e da un Cuccureddu schierato, per tutta la stagione o quasi, come interno.
Sarà proprio lui (già autore di ben 6 reti nelle prime 7 giornate) a decidere la sfida a un quarto d'ora dal termine: Anastasi sulla destra va via, centra teso per Cuccureddu che anticipa Agroppi e schiaccia di testa: Castellini respinge come può, e ancora Cuccureddu ribadisce in gol. Nel finale, Zoff ci mette di suo per dire di no ad Agroppi.
Fin qui i fatti di gioco, ma il bello, si fa per dire, deve ancora venire. In un ambiente evidentemente surriscaldato (sugli spalti i tifosi si affrontano a sprangate, mentre Cuccureddu - non esattamente un timido - uscendo dagli spogliatoi sarà aggredito e schiaffeggiato da una giovane 'pasionaria' granata), Il fattaccio però avviene sul campo, mentre le due squadre stanno per uscire: Causio, che per tutto il secondo tempo sulla sua fascia ha battibeccato col tecnico granata, dice qualcosa a Giagnoni; il trainer torinista schizza fuori dalla panchina e gli si avventa contro, sferrandogli un cazzotto al viso. I due si avvinghiano in mischia furibonda, e a separarli arriva il guardalinee Marcello Coletta (in gioventù, sic, ex giocatore del Torino), seguito da dirigenti e giocatori. Il "Barone" Causio viene trascinato via dal conte Cavalli d'Olivola (tra nobili ci si intende), mentre il tecnico sardo sparisce sottobraccio ai suoi dirigenti.
Giagnoni più tardi spiegherà ai giornali: "Passando davanti alla panchina, Causio prima ha applaudito, poi mentre si allontanava ha detto qualcosa per cui ho reagito". Un'offesa personale? "Probabile. In ogni caso mi ha fatto saltare i nervi perchè mi ha insultato voltandosi (...). Avesse almeno avuto il coraggio di dirmelo in faccia".
Per quanto riguarda il colpo, Giagnoni parla di "piccolo cazzotto", mentre i dirigenti bianconeri parleranno di "colpo di striscio". Il giocatore però esce dal campo con uno zigomo vistosamente segnato, e nel suo racconto dei fatti 25 anni dopo, lo stesso Giagnoni racconterà una versione un po' più credibile (la potete vedere e ascoltare qui).
Di sicuro, il trainer venuto dalla Sardegna, da quel momento diventa un idolo per tutti i tifosi granata, che all'uscita dagli spogliatoi lo aspettano per portarlo in trionfo, come se avesse vinto.
 
Serie A 1973-74. 8^ giornata
Torino, stadio "Comunale"
 
Torino - Juventus 0-1
 
Rete: 75° Cuccureddu
 
Torino: Castellini, Lombardo, Fossati; Mozzini, Zecchini, Agroppi; Rampanti, Ferrini, Graziani (72°Vernacchia); Sala, Bui. All.: Giagnoni
 
Juventus: Zoff, Spinosi, Marchetti; Gentile, Morini, Salvadore; Causio, Cuccureddu, Anastasi; Capello, Bettega. All.: Vycpálek
 
Arbitro: Panzino di Catanzaro
 
(1- Continua)


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