giovedì 23 agosto 2012

Un progetto Inter-essante

Lo confesso: anche io quando all'inizio dell'estate Moratti ha messo mano all'Inter, portando avanti il suo piano di dismissione del materiale umano obsoleto o inadeguato (Lucio, Orlandoni, Forlan, Zarate, Castaignos, e mettiamoci anche Julio Cesar, che prima o poi un acquirente in Inghilterra lo troverà di certo) mi sono lasciato sfuggire un sorriso. Da non tifoso nerazzurro, l'impressione era che, finito un ciclo, e visti i precedenti di Moratti e Branca nella costruzione delle squadre ex novo, ci sarebbero voluti diversi anni prima che azzeccassero un assetto nuovamente competitivo.
Ovviamente l'analisi può ancora essere valida. Non bastano i buoni giocatori (e l'Inter nel mazzo ne ha presi diversi) per fare una buona squadra; gli esempi nella storia del calcio si sprecano, e molti potremmo riferirli proprio ai nerazzurri. Vada come vada la stagione che sta per iniziare, però, bisogna dare atto alla dirigenza che il progetto tattico che hanno partorito è interessante, e non per l'innesto di Cassano, quanto per il concetto che c'è alla base.
Andrea Stramaccioni come allenatore è tutto da valutare: lo scorso anno ha preso la squadra in corsa, ha fatto tutto sommato bene, ma non gli è mai stato chiesto di dare un gioco alla truppa: nella congiuntura l'importante era gestire al meglio i giocatori a disposizione, molti dei quali tanto bravi quanto ormai logori. Quella di quest'anno quindi è la prima versione dell'Inter sulla quale il tecnico ha realmente la possibilità di incidere, a cominciare dalle indicazioni che certamente avrà dato per il mercato.
Più volte ho scritto che il problema maggiore dell'inter lo scorso anno stava nella incapacità di adeguarsi al ritmo di gioco della serie A: a ritmi bassi, la squadra era ancora temibile, ma tutte le volte che gli avversari riuscivano a tenere alto il ritmo, a pressare sistematicamente (specie a centrocampo, il reparto della squadra che più pagava dazio al logorio) a costringere i nerazzurri a correre, l'Inter andava sistematicamente in difficoltà. Credo che Stramaccioni nell'analisi dei punti da rinforzare sia partito in maniera molto analitica da questo concetto. Gli analisti hanno pensato che l'Inter 2012-13 si sarebbe schierata con il 4-2-3-1, e forse inizialmente lo pensava anche il suo allenatore. La partita col Vaslui e le ultime mosse di mercato (Cassano e soprattutto l'imminente arrivo di Alvaro Pereira e Gargano) però mi inducono a pensare che l'assetto visto in Romania sarà quello definitivo. Si tratta di un 4-3-3 piuttosto semplice, che in realtà è forse più simile a un 4-3-2-1, visto che due dei tre davanti (stasera Sneijder e Palacio, ma potrebbero essere Sneijder e Cassano, o Sneijder e Coutinho) hanno svolto funzione di trequartisti, e solo uno, Milito, ma più probabilmente in campionato il ruolo toccherà a Palacio, è rimasto stabilmente in avanti.
Alle loro spalle, Stramaccioni ha piazzato una batteria di uomini di corsa e di resistenza, per un centrocampo incentrato principalmente sulla lotta. Stasera Cambiasso, Guarin e Mudingayi (poi sostituito da Nagatomo con spostamento a centrocampo di Zanetti), ma suppongo che la terna titolare possa essere, nell'assetto definitivo, formata da Guarin, Gargano e Alvaro Pereira: una linea di questo tipo garantirebbe gran filtro, notevole dinamismo e buona tecnica, soprattutto in Guarin.
Ancora più indietro, una linea a quattro con due centrali molto arroccati in difesa, come Ranocchia e Silvestre, abituati ad avventurarsi in avanti solo sui calci piazzati, e due esterni, Zanetti e Maicon (o Jonathan?) che per età anagrafica appoggeranno il centrocampo "con juicio". La squadra, sulla carta, mi sembra molto equilibrata, e le riserve all'altezza, sebbene non in tutti i reparti ugualmente numerose, non mancano. Ovviamente, l'analisi può essere sbagliata, ma posso garantire che non è basata sulle impressioni del calcio d'agosto, ma bensì su considerazioni decisamente più generali. Non credo che questa Inter possa vincere il campionato, ma la sua ricostruzione merita attenzione e potrebbe anche portare soddisfazioni immediate: che finalmente in via Durini abbiano capito cosa vuol dire progettare?

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