mercoledì 25 gennaio 2012

Scambio di maglia in stile olandese

Uno dei luoghi comuni del calcio è quello della "sana rivalità". Ovviamente è un luogo comune da sfatare: la rivalità non è sana quasi mai, sia essa fra compagni di squadra o avversari, fra due club o fra due squadre nazionali. In quest'ultimo caso, però, spesso la rivalità raggiunge i suoi vertici assoluti, essendo nella maggior parte dei casi il frutto di vicende storiche che hanno visto protagonisti i due popoli collegati alle selezioni in questione.
Fra le "sanissime" rivalità del calcio europeo, una delle più importanti è sicuramente quella fra Olanda e Germania, che affonda le sue origini nella sanguinosa occupazione tedesca dell'Olanda nel corso della seconda guerra mondiale. Il 10 maggio 1940, Adolf Hitler inizia l'occupazione dei Paesi Bassi nell'ambito dell'operazione che dovrà portare il suo esercito a Parigi. La Wehrmacht impiega quattro giorni per sottomettere il debole esercito nederlandese. Due anni dopo case, strade e garage saranno saccheggiati, migliaia di olandesi deportati o uccisi e oltre centomila biciclette sequestrate per essere usate dai soldati del Terzo Reich.
Una trentina di anni più tardi, tedeschi e olandesi si ritrovano di fronte sun un campo di calcio, per la finale dei Mondiali 1974. Per capire l'atmosfera, basti una frase del mediano Willem Van Hanegem: "Non mi interessava il risultato. Bastava vincere. Loro hanno ucciso l'80% della mia famiglia, mia madre, mio padre, due miei fratelli: i tedeschi hanno gli antenati sbagliati"
La rivalità conoscerà altri episodi. Dal pugno di Rep a Schuster agli Europei 1980 allo sputo di Rijkaard a Voeller ai Mondiali 1990, ma forse l'episodio più clamoroso - anche perchè collegato all'unica vittoria olandese di un certo peso - è quello che si verifica agli Europei 1988. In semifinale, ad Amburgo, si sfidano la Germania Ovest padrona di casa e l'Olanda di Gullit e Van Basten. Succede un po' di tutto, a cominciare dall'arrivo in ritardo dell'arbitro, Ioan Igna, a cui la Federazione tedesca aveva fornito un biglietto aereo... per Stoccarda (!), costringendolo a raggiungere il terreno di gioco con mezzi propri.
Segnano prima i tedeschi, con un rigore di Matthaus, ma l'Olanda cresce alla distanza, pareggia con un rigore concesso per fallo su Van Basten e trasformato da Ronald Koeman, e quindi all'ultimo minuto segna il gol della vittoria con una spaccata di Van Basten che scatena il delirio in tutta l'Olanda e non solo: in piazza Leidseplein, a Amsterdam, la gente scende in strada e in segno di gioia lancia in aria delle biciclette gridando “Urrà, ci siamo ripresi le biciclette”.
In campo, intanto, mentre i compagni saltano di gioia, si abbracciano ed esultano, Ronald "Rambo" Koeman (Zaandam, 21 marzo 1963) è il più calmo di tutti. Insolitamente calmo, visto il carattere normalmente fumantino. Con tranquillità, scambia la maglia con un tedesco, Olaf Thon, e quindi, con aria impassibile, si dirige verso i compagni festanti. Ma giunto davanti alla curva olandese, la manda in visibilio con un colpo a sorpresa: prima mostra la maglia del tedesco, quindi si cala i pantaloncini e le mutande e ne usa la stoffa per pulirsene le terga. La folla va in delirio, l'ambasciatore tedesco ad Amsterdam paleserà il giorno dopo le proteste ufficiali del Cancelliere Kohl.

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