lunedì 7 novembre 2011

1970 - Derby e alluvione, una storia italiana

Mentre la città piange, ancora incredula di fronte a sei morti, a milioni di euro di danni, di fronte allo sgomento di chi (e sono tanti) pensa che con un po' di buon senso almeno le vittime si sarebbero potute evitare, di fronte a case allagate e famiglie distrutte, è normale che ci sia poca voglia di dare calci a un pallone.
Il rinvio di Genoa-Inter (ironia della sorte, l'incasso della partita sarebbe dovuto servire ad aiutare le popolazioni colpite da un'altra alluvione, quella delle Cinque Terre) è forse l'unica decisione intelligente che chi riveste un ruolo di comando a Genova sia riuscito a prendere nelle quarantotto ore che hanno messo in ginocchio la città. Questione di rispetto, o forse di opportunità. O magari di forza maggiore, visto che gli spogliatoi di Marassi erano completamente allagati.
Come quarantuno anni prima, il 9 ottobre 1970, quando Genova piangeva le vittime (19) di un'altra alluvione. E se non altro, il calcio stavolta si è dimostrato un po' più sensibile, perchè nel 1970 la soglia del ridicolo era stata abbondantemente superata.
I giornali dell'epoca raccontano che, allora come adesso, sarebbe toccato al Genoa occupare il prato di Marassi: domenica 11 ottobre 1970 è in programma un derby quasi inedito. Il campionato è quello di serie C, dove è precipitato il glorioso Grifone, l'avversario l'Imperia, neopromossa, che insiste per giocare. In casa imperiese infatti - si legge su La Stampa del 9 ottobre "...l'ipotesi di un rinvio è stata considerata con rammarico: dopo anni di attesa la squadra può incontrare da pari a pari il famoso Genoa...". I ponentini arrivano addirittura a proporre l'inversione di campo pur di giocare.
E la partita, viene deciso, si giocherà: non per le richieste dell'Imperia, ma per ragioni che, in fondo, rispecchiano in pieno un Paese, l'Italia, che negli anni cambia ma rimane sempre la terra dove si può rinunciare a tutto eccetto che al superfluo. Il derby, infatti, è incluso nella schedina del Totocalcio, i cui proventi sono all'epoca la massima fonte di finanziamento per i campionati. Per questa ragione - come si legge, ancora su La Stampa, ma stavolta sabato 10 - "...la Lega non avrebbe acconsentito a una richiesta di rinvio". Prefettura, Questura e Comune si adeguano e dichiarano che lo stadio è agibile e l'ordine pubblico garantito (sic).
In verità, sia il Genoa che la Sampdoria (rimasta bloccata a Milano) nell'alluvione hanno perso tutti i corredi, dalle maglie alle tute, dalle scarpe ai palloni; le strade che portano allo stadio non esistono più, gli spogliatoi sono ancora pieni di fango e alcuni muri appaiono lesionati. La Samp infatti ha già provveduto a chiedere l'inversione di campo per la sfida del 25 novembre contro il Catania: il paradosso è che Marassi per il 25 non sarebbe agibile, mentre per l'11 sarebbe perfettamente in grado di ospitare una partita. L'Imperia arriva regolarmente a Genova il 10 pomeriggio, ma intanto in città l'indignazione monta e convince le autorità a darsi una parvenza di serietà. Con tempismo invero molto italico, alle 22,15 del sabato la Prefettura interviene, scavalca la Figc e rinvia d'imperio la partita al 4 novembre. Bene, bravi, evviva.
Per la cronaca, il 4 novembre il Genoa, nelle cui fila militano, fra gli altri, Perotti, Turone (nella foto mentre esce dal campo abbracciato a un giocatore imperiese) e Speggiorin, si impone per 3-1. Quarantuno anni dopo, ancora pioggia, ancora una classe dirigente indegna, ancora morti; l'unica differenza dal 1970, a pensarci bene, è che il Totocalcio non comanda più: il potere ora ce l'hanno le tv.

Genova - Stadio Luigi Ferraris, 4 novembre 1970
Genoa-Imperia 3-1
Genoa: Lonardi; Rossetti, Bittolo; Benini, Turone, Derlin; Perotti, Maselli, Balestrieri, Piccioni, Speggiorin.
Imperia: Settimio; Brignole, Demaria; Pischedda, Ronco, Benedetto; Giordano, Boido, Bini, Bosca, Natta.
Arbitro: Porcelli di Lodi.
Reti: 4'pt Balestrieri (G), 20'pt Pischedda (I), 2'st Speggiorin (G), 30'st rig. Turone(G).

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