mercoledì 4 febbraio 2015

Ernesto Ceresini e il Parma di una volta

La sua passione per il calcio, e per la sua squadra, il Parma, gli prese il cuore, e glielo consumò. Oggi sono 25 anni esatti dalla morte di Ernesto Ceresini (San Michele, 17 gennaio 1930 - Parma, 4 febbraio 1990), e se pensiamo che in questi 25 anni c'è racchiusa tutta la storia moderna del Parma calcio, con i suoi trionfi più esaltanti e i suoi momenti più disperati, fra cui quello attuale, il tempo passato sembra molto di più. 
Aveva preso il Parma calcio "per distrarsi un poco" (parole sue) convinto da Giorgio Orlandini, allora direttore dell’Unione Parmense Industriali, ma anche spinto dalla voglia di superare il dolore per la morte della moglie.
Geometra, imprenditore edile, ma anche proprietario di un noto albergo-ristorante, chi lo ha conosciuto ne ricorda ancora la lealtà, la schiettezza, il coraggio e soprattutto la dignità. Per lui, come ricordò al momento del suo insediamento, il Parma era un patrimonio cittadino, e parmense doveva restare. Anche per questo, quando si insediò, fu il primo presidente ad assorbire il club come unico proprietario, senza volere soci con cui condividere le responsabilità, e accettando soltanto la sponsorizzazione del Prosciutto di Parma ("perchè è di Parma ed è buono, non può che renderci simpatici").
Finora, in cento anni e più di storia Crociata, resta il presidente più longevo, 13 anni e mezzo al timone, e altri ne avrebbe fatto se il 4 febbraio 1990, con la squadra in corsa per quella A poi raggiunta a fine stagione, il suo cuore, già malato e minato da 13 anni di emozioni calcistiche, non lo avesse tradito.
Il suo era un Parma "pane e salame", anzi "pane e prosciutto". Era il Parma dei ritiri a Bedonia e a Tizzano, dei campionati vissuti a cavallo fra C e B. Il suo primo acquisto è un certo Turella, un'ala destra, che compra dal Foggia per la cifra, all'epoca molto elevata, di 120 milioni. Una sola. Racconterà il presidente che "L'avevo visto in tv in una partita di Coppa Italia contro il Napoli, mettere a segno due reti stupende. (...) Ricordo ancora i 12 assegni da 10 milioni che firmai. Ero presidente da 10 giorni ed ero già in rosso di 120 milioni. Putroppo non mi sono fermato lì, e non fu nemmeno un acquisto felice".
La squadra, in C, sfiora la promozione, ma crolla nel finale. La fallirà anche l'anno dopo, nonostante il debutto di un ragazzino di Reggiolo di cui si parla bene,per coglierla poi nel 1978-79, con in panchina Cesare Maldini, grazie ad una vittoria per 3-1 allo spareggio con la Triestina. Decide una doppietta del ragazzino dell'anno prima, tale Carlo Ancelotti.
Un piccolo affresco del Parma di Ceresini: il Presidente è il secondo da sinistra
alla sua destra il giovane Ancelotti, il ds Borea, il tecnico Cesare Maldini
Poi è un'altalena fra cadetti e serie C: tre promozioni (oltre al 1978-79 anche 1983-84 e 1985-86), e due retrocessioni (1979-80 e 1984-85), ma a certificare la competenza del presidente ci sono i tanti giovani scovati e lanciati (oltre ad Ancelotti, in ordine di tempo Berti, Pioli, Pin, Salsano, Melli, Bia, Giandebiaggi, fino al gruppo che conquistò la A con Minotti, Apolloni, Zoratto, Gambaro e Ganz), e allenatori scovati chissà dove, a cominciare da Arrigo Sacchi, artefice col suo gioco "a zona" della vittoria nel campionato di C1 1985-86 e destinato a grandi cose, ma senza dimenticare Zdenek Zeman, che nel 1987-88, fedele al suo personaggio di allenatore dai mille eccessi, batte in precampionato Real Madrid e Milan, ma poi viene esonerato alla settima giornata.
La svolta per i gialloblù avviene nell'estate del 1989, quando ad allenare la squadra viene chiamato Nevio Scala che con la neopromossa Reggina, aveva sfiorato la promozione l'anno prima, perdendo lo spareggio con la Cremonese.
Ceresini durante uno dei suoi ricorrenti malori
nel corso delle partite del Parma 
Ma forse sarebbe meglio dire che la vera svolta era già arrivata da due anni, quando, il 27 giugno 1987, Ceresini, venendo meno al proprio desiderio di essere unico proprietario, firma un accordo che inserisce in società, come azionista di minoranza, la Parmalat di Calisto Tanzi. 
In quella stagione 1989-90, il Parma parte bene in campionato, ma con l'inizio dell'anno nuovo accusa una flessione; poi si riprende, fino alla promozione, sancita il 27 maggio da un 2-0 contro la Reggina. Ceresini però non è lì a vederla: il presidente della A è suo figlio Fulvio. Il presidentissimo è spirato il 4 febbraio, minato da un cuore che si è affievolito lentamente a causa delle frequenti crisi cardiache che si erano susseguite di partita in partita, quando seguiva il Parma in diretta, dal vivo, disobbedendo anche ai consigli dei medici che gli raccomandavano la lontananza. Aveva preso il Parma per distrarsi, era diventato la sua vita. 

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