giovedì 4 settembre 2014

Alla lavagna: Conte fa un figurone, Hiddink lo aiuta

Dopo un mesetto di silenzio estivo, il blog riprende, ed era giusto ricominciasse da dove si era lasciato, ovvero dalla situazione della Nazionale.
La prima di Antonio Conte sulla panchina azzurra finisce in gloria, con la vittoria per 2-0 in amichevole sull'Olanda. La statistica dice che la nostra Nazionale non vinceva un'amichevole dal 31 maggio 2013 (4-0 a San Marino), mentre la classifica FIFA dice che abbiamo battuto la nazionale numero 3 del ranking mondiale, nonchè la terza classificata all'ultima Coppa del Mondo. Vittoria, fra l'altro, netta: i nostri avversari non sono mai stati davvero pericolosi, e anzi l'Italia è andata vicina a segnare anche il terzo gol, nonostante una formazione largamente sperimentale.
Tutto bene dunque? Dipende. Detto che se non altro c'è il segnale di una strada tattica definita (e non si vedeva da tempo) e che la squadra caratterialmente sembra già riflettere il temperamento del suo nuovo allenatore, bisogna anche dire che la nuova veste tattica è andata a nozze approfittando degli errori degli olandesi.

L'analisi
Partita interessante soprattutto perchè segnava il via del nuovo corso per entrambe le nazionali. Nell'Italia, Conte ricorre, come previsto, al suo 3-5-2. Da notare, rispetto all'interpretazione del modulo data con la Juventus, due o tre differenze: anzitutto i due laterali in posizione più bassa (si tratta fra l'altro di due esterni difensivi, Darmian e De Sciglio). Non a caso molte volte l'azione italiana si arenerà su passaggi sbagliati degli interni: le linee di gioco di Conte di solito vogliono gli esterni in grado di arrivare sul fondo, ma sia De Sciglio che Darmian raramente si sono spinti tanto avanti. 
Altra differenza è la posizione delle punte: Zaza e Immobile vengono inizialmente posizionati bassi (quasi sulla stessa linea del mediano De Jong) come pure basso è il baricentro della squadra al calcio d'inizio. C'è un perchè, e lo vedremo tra poco.
Nell'Olanda, priva di Robben e Vlaar, per citare i due giocatori più importanti, la grande novità è che Hiddink abbandona la difesa a 5 creata da Van Gaal appositamente per i Mondiali, e torna all'ortodossia orange della difesa a 4, con De Vrij e Martins Indi centrali. In mediana, De Jong è il frangiflutti, Wijnaldum l'uomo di spola, Sneijder dovrebbe appoggiare le punte: il perno centrale Van Persie e i laterali Kujt e Lens.
La partita che vale la pena analizzare dura dieci minuti, i primi, ed è un massacro per quanto riguarda l'Olanda.
Conte tende una trappola a Hiddink, che pur essendo una vecchia volpe della panchina stavolta mette mani e piedi dentro la tagliola: infatti, la posizione "bassa" delle due punte italiane chiama la difesa olandese ad alzarsi fino oltre il limite della propria area, scoprendo spazi alle proprie spalle. Una brutta cosa, perchè sia De Vrij che Martins Indi hanno lo stesso difetto strutturale: sono lenti. Bastano due lanci dalle retrovie per scavalcarli e permettere a Immobile e Zaza, entrambi rapidi, di batterli in velocità: in questo modo si generano il gol dell'1-0 e il rigore che porta al 2-0 con annessa espulsione di Martins Indi. In campo aperto i due centrali olandesi si sono rivelati estremamente vulnerabili, e forse, a pensarci bene, proprio questo particolare aveva probabilmente indotto Van Gaal, uno che nella sua vita aveva sempre difeso a 4, a posizionare Vlaar a copertura di De Vrij e Martins Indi ai Mondiali...
La partita, in pratica, finisce dopo soli 10 minuti, al gol del 2-0: l'Italia avrà poi un'altra grande occasione con Zaza (svolgimento similare alle precedenti), ma nel complesso non riuscirà più a sfondare. Perchè? Semplice: l'Olanda, trovandosi con l'uomo in meno, mantiene la difesa a 4 con l'ingresso di Veltman per Lens, ma abbassa di 10 metri il proprio baricentro, e questo toglie all'Italia gli spazi da aggredire alle spalle della difesa arancione. 

La velocità di Immobile risulta indigesta alla difesa olandese

Conclusioni
Al netto delle mille sostituzioni del secondo tempo, che poco aggiungono alla partita, si è vista un'Italia astuta, aggressiva e molto cinica nella finalizzazione, ma soprattutto un'Italia molto verticale: è vero che alla fine la statistica del possesso palla darà il 51% agli azzurri e il 49% agli olandesi, ma in 11 contro 11, erano stati i nostri avversari ad aver tenuto di più il pallone. Il vero cambiamento forse è proprio qui: Prandelli, nel tentativo di valorizzare il possesso palla, aveva esagerato. La sua ultima nazionale era un ampolloso arabesco, un titic-titoc che non portava a nulla, una futile esibizione di sterilità: Conte ha già fatto capire che la sua sarà una Nazionale decisamente più verticale, nel solco della naturale evoluzione del gioco all'italiana. Basterà per riportare in alto gli azzurri? Per ora la domanda resta sul tappeto.

La Norvegia
Martedì ci tocca la Norvegia, ad Oslo, e sarà bene non farsi illusioni: non sarà una passeggiata. Non lo sarà perchè i norvegesi, nel pieno della loro stagione, sono più preparati di noi fisicamente. Sarebbe un grave errore pensare di poterli battere replicando la partita di Bari con l'Olanda, perchè i nordici difendono ben diversamente, ed è lecito aspettarsi una partita molto difficile.
Ma possiamo sperare, se non altro per il carattere che Conte è sempre riuscito a trasmettere alle sue squadre da allenatore di club, e che sembra poter trasmettere anche ala sua Nazionale. L'importante sarà non credere alle sue doti taumaturgiche. L'Italia non è risorta, non ancora. Ha solo vinto un'amichevole contro un avversario messo molto male in campo.


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