lunedì 7 aprile 2014

Destinacao Brazil: 1973 - Delirio ad Hampden Park

Della Scozia e del suo approccio quantomeno spavaldo ai Mondiali 1978 abbiamo già parlato (qui e qui), ma se non c'è dubbio che quella squadra non abbia raccolto quanto le sue qualità complessive avrebbero meritato, va anche detto che la grande attesa che aveva circondato la Tartan Army prima della partenza verso l'Argentina, chiaro esempio di nazionalismo calcistico spinto fino all'esasperazione, era in fondo il momento culminante di una parabola sociale e sportiva cominciata oltre quattro anni prima.
C'è una data precisa, per l'inizio dell'epopea scozzese, la stessa che segna ufficialmente la qualificazione della Scozia ai Mondiali di Germania 1974. Ed è evidente che le due cose sono strettamente collegate.
Ma riavvolgiamo il nastro e torniamo a quel settembre 1973. Siamo quasi alla fine di un girone di Qualificazione Mondiale molto breve se comparato a quelli odierni. All'epoca i gruppi erano costituiti da tre, massimo quattro squadre. e proprio tre erano quelle del gruppo degli scozzesi. C'erano i dilettanti danesi, considerati il materasso del gruppo, e c'era la ben più temibile Cecoslovacchia.
Gli scozzesi fanno il loro dovere battendo i danesi sia in casa che fuori. Imprevedibilmente, però, i cechi riescono nell'impresa di pareggiare a Copenhagen. E poco importa, che poi a Praga i poveri danesi vengano seppelliti sotto cinque gol: il passo falso in Danimarca mette la Scozia in una condizione invidiabile: basta vincere il prossimo match, con i cechi a Glasgow, e poi, non importa cosa accadrà a Praga: per la prima volta dopo 16 anni la fase finale della Coppa del Mondo li vedrà ai nastri di partenza. 
L' 'Official Programme' di Scozia-Cecoslovacchia
Tutto facile? Beh, no, non così tanto. Bisogna per prima cosa considerare la forza degli avversari: la Cecoslovacchia non è una potenza europea, ma è una buona squadra, e ha già in rosa lo zoccolo duro che la condurrà, tre anni più tardi, a vincere clamorosamente i campionati europei: ci sono già Nehoda e Panenka, i due talenti più luminosi di quella squadra, e c'è anche il portiere Ivo Viktor. La Scozia è in un'era di passaggio: fra i titolari ci sono ancora Law e Bremner, ma in prima squadra si stanno affacciando i vari Dalglish, Jardine, McGrain e Hutchison, che però sono giocatori in ascesa, non ancora campioni affermati. 
E che sia un momento di passaggio lo testimonia l'arrivo in panchina, dal gennaio 1973, di un nuovo tecnico, Willie Ormond. Che per la verità non è che abbia cominciato così bene: nel suo primo match, ha festeggiato il centenario della Scottish FA con una clamorosa sconfitta 0-5 contro l'Inghilterra. Qualche mese dopo, a Maggio, concederà il bis (con meno gol al passivo) a Wembley, e comunque all'arrivo dell'autunno, Ormond è riuscito nell'impresa di perdere 5 delle sue prime 6 partite da tecnico scozzese.
Il momento del destino è arrivato: si gioca. Ad Hampden Park è una tiepida serata di settembre, ma l'atmosfera in campo è torrida: ci sono 96mila spettatori, a spingere gli Highlander, e c'è anche la diretta tv sulla STV. La stampa specializzata, che in Scozia non ama le mezze misure, stavolta la vede male: il Glasgow Herald, con la firma di Ian Archer, non va per il sottile: "There is no reason to believe that the Scotland in 1973 can succeed where the Scotlands of 1961, 1965 and 1969 have failed before them" ("non ci sono ragioni per pensare che la Scozia di quest'anno riesca nell'impresa fallita dalle nazionali del '61, '65 e '69"): complimenti per la fiducia. 
Comunque lo stadio è tutto esaurito, la gente ci crede.
Scozia e Cecoslovacchia non sono per tradizione due squadre dedite al calcio-spettacolo, e in effetti la partita comincia in maniera molto fisica: una battaglia senza quartiere, con tanti contatti e poco gioco. Poi, alla mezzora, tutto sembra finire male, come sempre. Il telecronista Arthur Montford (potete sentire la sua cronaca originale insieme alle immagini in questa sintesi), lo descrive così: "And that's a disaster, absolute disaster for Scotland". Succede che un tiro senza pretese di Nehoda trova Ally Hunter in perfetta sintonia con la scuola scozzese dei portieri: intervento deficitario, palla in gol sul primo palo, e Scozia sotto. Un lugubre silenzio avvolge lo stadio, ma un paio di minuti prima dell'intervallo, su un calcio d'angolo, il gigantesco stopper Holton sale altissimo sopra la difesa Ceca (e anche sopra Law) e insacca di testa l'1-1.
Il secondo tempo è considerato ancora oggi in Scozia come qualcosa di leggendario: una marea blu si riversa con furore nella metà campo ceca, senza soluzione di continuità. Finchè al 64° Ormond sostituisce Dalglish con un giovane centravanti sdentato, Joe Jordan (Carluke, 15 dicembre 1951), alla quarta partita in Nazionale. Nemmeno dieci minuti dopo, un tiro di Bremner coglie l'interno del palo e torna in campo, attraversando tutta la linea di porta fino a zone più tranquille, ma finisce sui piedi di Willy Morgan, il cui cross trova proprio Jordan di fronte alla rete: gol, e da quel momento in poi è delirio ad Hampden Park. Denis Law, che aveva esordito in Nazionale subito dopo i Mondiali 1958, gli ultimi disputati dalla Scozia, e ha partecipato a tutte le infruttuose campagne mondiali degli anni Sessanta, sintetizza: "Mai stato così felice in vita mia. Vado subito a ubriacarmi". Una nazione intera impazzisce di gioia. Fra giugno e luglio (tenete presente che siamo a fine settembre) le nascite in Scozia subiranno un innalzamento del 12%: qualcuno l'ha chiamata "The Hampden Generation".
I Mondiali dell'anno dopo, sappiamo tutti come andranno: inserita nel girone con Jugoslavia, Brasile e Zaire, la Scozia farà la sua figura, ma senza passare il turno. Ma i tifosi della Tartan Army da quella sera di settembre hanno nuove speranze per il futuro: ci sono giovani che sembrano destinati a una gloriosa carriera, c'è una nazionale che da lì a quattro anni potrebbe diventare una potenza in grado di puntare - perchè no - anche al titolo mondiale. E nell'Ayr United un giovane tecnico comincia a far parlare di sè. Si chiama Ally McLeod. Ma questa è un'altra storia... e ve l'abbiamo già raccontata

Glasgow, Hampden Park, 26 settembre 1973
Qualificazioni Mondiali Germania Ovest 1974, Gruppo 8

SCOZIA-CECOSLOVACCHIA 2-1
RETI: 33° Nehoda (C); 41°Holton (S); 75° Jordan (S)
SCOZIA (4-3-3): Hunter, Jardine, McGrain; Bremner, Holton, Connelly; Hay, Law, Morgan; Dalglish (63°Jordan), Hutchison. All.: Ormond
CECOSLOVACCHIA (4-3-3): Viktor; Pivarnik, Samek; Zlocha, Bendl, Bicovsky; Panenka (77°Capkovic), Kuna (20°Dobias), Adamec, Nehoda, Stratil. All.: Jezek
ARBITRO: Oberg (NOR)
NOTE: Serata fresca, terreno in buone condizioni. Spettatori: 95.786. 


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