venerdì 4 aprile 2014

Accadde oggi: 1979 - il gran giorno di Palanca

«E che succede qui? 15 giornalisti tutti insieme? Hanno ammazzato Giulio Cesare?»
A pronunciare questa frase negli spogliatoi dell'Olimpico è un signore piccolino, coi baffoni grandi grandi e la maglia numero undici ancora addosso, che sulle labbra ha il sorriso di chi sa di averla fatta grossa. Massimo Palanca (Loreto, 21 agosto 1953), attaccante del Catanzaro, ha appena segnato tutti e tre i gol della sua squadra, che ha battuto la Roma 3-1.
4 marzo 1979: è un mercoledì, ma si gioca il campionato. E il Catanzaro, in maglia blu, guidato in panchina da Carletto Mazzone, arriva nella capitale forte di 18 punti, contro i 17 della Roma, che ha in panchina l'ex eroe del Messico Ferruccio Valcareggi. 
Basta una manciata di minuti per capire che non sarà una bella giornata, per i tifosi romanisti: al 5°, il Catanzaro ha un calcio d'angolo. Per Palanca i gol dalla bandierina sono il marchio di fabbrica. Il suo piede (calza il 37, e per questo lo chiamano "Pedi i pupa", "piede di donna"), sembra avere una predilezione per quel tipo di conclusione, e per Paolo Conti, ai tempi 'secondo' di Zoff in Nazionale, non c'è nulla da fare. Al 25° un fallo di Zanini su Rocca manda Di Bartolomei sul dischetto per l'1-1, ma Palanca è in una giornata di grazia, e insieme al compagno di reparto Rossi fa impazzire la difesa romanista: al 43° arriva il raddoppio, su una leggerezza di Spinosi che disimpegna sul portiere, senza avvedersi che "O Rey di Loreto" è in agguato: con scatto felino anticipa Chinellato e Santarini e insacca il 2-1. E non è finita: nella ripresa il Catanzaro continua a pressare, cerca il terzo gol, e lo trova al 68°, quando Zanini ruba palla a Rocca a sinistra  e imbecca con un cambio di gioco Palanca, che a tu per tu con Paolo Conti tocca in rete e fa tripletta.
 Il tabellone dell'Olimpico è l'immagine che manda alla storia quella giornata, quando un bomber di provincia balza d'improvviso all'onore delle cronache nazionali. Se volete vedervi il servizio di quella partita, lo trovate qui
Palanca resterà al Catanzaro fino al 1981, quando sull'onda di un'offerta per i tempi irrinunciabile (un miliardo e 350 milioni più metà Cascione), accetterà il trasferimento a Napoli, dove però non avrà successo: «Il più grosso rimpianto della mia vita - racconterà -. Quando il ds Landini mi disse che a Napoli mi volevano, non lo feci neanche finire, gli dissi subito di sì. Ma forse fu la responsabilità, le tante attese su di me, non so, ma sbagliai subito due rigori in Coppa Italia, e mi bloccai».
Il Catanzaro con quei soldi farà mezza squadra, comprando Bivi, Celestini e Santarini, e disputando la sua migliore annata di serie A, nel 1981-82. Ma nessuno rimpiazzerà Palanca nel cuore dei tifosi. Lui tornerà a vestire il giallorosso nel 1986, e sarà un'altra pagina gloriosa. Quella alla Roma resterà l'unica sua tripletta in serie A, ma insieme alle tre doppiette rifilate alla Lazio, basterà a dargli l'appellativo di "ammazzaromane": uno dei tanti soprannomi di un uomo forse troppo schivo per fare la carriera che il suo piede sinistro avrebbe meritato.


Roma, stadio Olimpico, 9 marzo 1979
Serie A, 20^ giornata

ROMA-CATANZARO 1-3
MARCATORI: 5° Palanca; 25°rig.Di Bartolomei; 43° e 68° Palanca
ROMA (4-4-2): Conti, Chinellato, Rocca; De Nadai, Spinosi (46°Ugolotti), Santarini; Borelli, Di Bartolomei, Pruzzo; De Sisti, Giovannelli. A disp.: Tancredi, Peccenini, All.: Valcareggi
CATANZARO (4-4-2): Mattolini, Ranieri, Zanini; Menichini, Groppi, Nicolini; Braglia (78°Sabadini), Orazi, Rossi; Improta, Palanca. A disp.: Casari, Michesi All.: Mazzone
ARBITRO: Reggiani di Bologna



Nessun commento:

Posta un commento