sabato 19 gennaio 2013

Time for Africa (2) - Coppa d'Africa un anno dopo

E dire che non più di due anni e mezzo fa, quando il Sudafrica aveva ottenuto di ospitare la prima Coppa del Mondo disputata nel Continente Nero, avevano fatto di tutto per darci dell'Africa una immagine di continente in via di modernizzazione. Stavolta, a giudicare dal 'promo' realizzato dalla Orange, sponsor della manifestazione, non ci hanno nemmeno provato, ma forse l'Africa che ne traspare, è più vera.
La Coppa d'Africa 2013 parte oggi, con un match che potremmo definire 'improbabile' fra i padroni di casa del Sudafrica (a proposito: tornano anche le vuvuzelas) e la matricola Capo Verde, che ha sorprendentemente eliminato ai preliminari il Camerun (che a dirla tutta ha fatto harakiri fra faide interne alla federazione, le solite storie dei premi ai giocatori e caos interno a tutti i livelli del movimento calcistico). Sono passati appena 12 mesi dall'ultima edizione, vinta dallo Zambia, e tutto ricomincia. La decisione della CAF di rivedere la periodicità della manifestazione, è alla base dell'insolito bis che trova un senso nella volontà della Caf di far cadere la manifestazione nell'anno precedente ai Mondiali, ma che penalizza fortemente il povero Zambia, che si conferma nazione calcisticamente molto sfortunata: infatti, a meno di una conferma (impronosticabile) della vittoria ottenuta lo scorso anno, resterà l'unico caso di squadra detentrice del titolo per un solo anno e di vincitrice di un campionato continentale a non poter partecipare alla Confederations Cup (ci andrà la vincente di questa edizione).
Il Sudafrica eredita l'edizione dalla Libia, che aveva ottenuto lo status di paese organizzatore, ma ha ovviamente dovuto rinunciare per la recente guerra civile. La riserva in teoria era la Nigeria, ma alla fine ha prevalso la possibilità di utilizzare impianti più moderni e di recente costruzione, anche se dopo soli due anni, alcuni stadi già mostrano problemi strutturali.
Fuori campo, come al solito, non mancano le note di colore: il Niger, per esempio, per recuperare i soldi necessari alla spedizione (fra spese di logistica, pagamento degli stipendi dello staff tecnico guidato da mister Rohr, diaria degli accompagnatori e altro, circa 3 milioni di euro) ha istituito una nuova tassa, con una stangata sulle chiamate dai cellulari. Tenendo conto che secondo una statistica i calciatori sono tra i maggiori utilizzatori di questo mezzo di comunicazione, in un certo senso la squadra finirà col pagarsi da sola una quota della trasferta. Da notare che in Niger la popolazione ha accolto di buon grado la tassa. Meno piacere ha fatto l'aumento delle tariffe della luce elettrica, che però, formalmente, è stato attribuito ad altri fattori.
Non va meglio a Capo Verde, dove la Nazionale, per far fronte alle spese, ha chiesto direttamente i fondi alla popolazione, con una colletta che ha raccolto complessivamente circa 1 milione di euro. Per il resto, fra stregoni, amuleti, riti magici, voti e cerimonie esoteriche e incentivazioni governative al tifo collettivo (in Etiopia il governo ha finanziato una campagna di sgravi fiscali per abbassare il prezzo dei televisori), tutto dovrebbe cominciare 'normalmente'.
Sul piano tecnico, i bookmakers, facendo sforzo di fantasia, danno per favorita numero uno la Costa d'Avorio di Didier Drogba (quota 2,70), uno che a vincere la Nations'Cup ci prova da così tanti anni da averne fatto un'ossessione, davanti al Ghana (quota 6,50), privo però di uno dei suoi fari, Andrè Ayew. A seguire, ma staccatissimi, Nigeria e Sudafrica (a 9). Avranno ragione? L'anno scorso di questi tempi lo Zambia era dato 35-1. Intanto cominciamo: it's time for Africa.

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