venerdì 2 novembre 2012

"Arrestate N'Kono: ha un amuleto"

La magia esiste, su questo non ci sono dubbi. O almeno non dovevano averne gli organizzatori della Coppa Africa 2002, disputata in Mali, pochi mesi prima dei Mondiali di Corea e Giappone. Anzi, ne erano così certi che lo avevano anche specificato in una sorta di regolamento aggiuntivo, reso noto prima dell'inizio della manifestazione: fatture, riti, e ogni genere di aiuto irrazionale non sarebbe stato tollerato, anche se nella nota, pubblicata anche su molti giornali, non si parlava di come sanzionarla.
Quale sia la sanzione, lo impara (a proprie spese) circa due settimane più tardi un mito del calcio Thomas N'Kono (Dizangue, Camerun, 20 luglio 1956).
Nel 2002 quello che è stato il più forte portiere africano di ogni epoca è l'allenatore in seconda della sua Nazionale. Siede accanto a Winfried "Winnie" Schafer, tecnico tedesco dal fisico caricaturale (alto un wurstel e mezzo, largo come una botte di birra, con il volto color vino rosè e una pettinatura francamente imbarazzante), e nel pomeriggio del 7 febbraio si trova allo stadio "26 Marzo" di Bamako.
Poco più di mezzora dopo dovrebbe andare in scena la semifinale fra i padroni di casa del Mali e il Camerun. N'Kono fa una ricognizione sul campo, parlotta con due o tre inservienti, passeggia dinoccolato fra fascia laterale e pista d'atletica. D'un tratto, gli cade di mano qualcosa, e in battibaleno almeno 15 poliziotti, in assetto antisommossa, gli si gettano addosso. Qualcuno grida: "Fermatelo! Ha un amuleto!".
N'Kono, raggiunto dalle forze dell'ordine, prova a divincolarsi, spintona un paio d'agenti, ma viene soverchiato e si prende anche qualche manganellata. L'eroico Schafer prova a difenderlo, ma becca subito una nerbata sul sedere e scappa via chiamando aiuto (nella foto. Se vi chiedete dove sia N'Kono, è sotto il mucchio dei poliziotti maliani).
L'ex portiere viene ammanettato e portato via, con la grave accusa di stregoneria. Si leggerà nel rapporto: "Tentava di alterare il risultato della partita gettando sul campo un feticcio nei pressi della panchina maliana cercando, con ogni evidenza, di gettargli contro una potente fattura".
Crimine gravissimo.
N'Kono viene portato in commissariato e rischia seriamente di farsi almeno una notte nelle galere di Bamako (luoghi, lo immaginiamo, estremamente pittoreschi), ma viene salvato da una immediata protesta avanzata dall'ambasciata camerunense. Schafer prima dichiara che il suo Camerun, visto cosa è accaduto a N'kono, si rifiuterà di giocare. La protesta poi rientrerà dopo un colloquio fra il tecnico tedesco e il Presidente del Mali Alpha Oumar Konare, sceso negli spogliatoi per calmare le acque. Il giorno dopo, il Presidente si scuserà anche col portiere.
Nel frattempo, la semifinale si gioca, e il Camerun la vince 3-0: se c'era stata fattura, N'Kono l'aveva fatta davvero bene.

Nessun commento:

Posta un commento