mercoledì 11 luglio 2012

Trent'anni fa, Appennino Tosco-Emiliano

11 luglio 1982-11 luglio 2012. La storia secondo cui tutti si ricordano ancora cosa facevano quella sera di trent'anni fa probabilmente non è solo un luogo comune. Io per esempio avevo sette anni e mezzo, eppure mi ricordo tutto.
Certo, ero un bambino di sette anni e mezzo un po' anomalo: quando passavo davanti all'edicola e mia nonna mi chiedeva se volevo un giornalino, spesso mi facevo comprare il Guerin Sportivo; sapevo a memoria tutte le formazioni di serie A del campionato 1981-82 (e il guaio è che molte le ricordo ancora adesso: quanto spazio cerebrale occupato!, per quanto non inutilmente, certo), e se si parlava della "mia" squadra, la Juventus, potevo tranquillamente reggere il discorso con qualcuno che aveva due o tre volte i miei anni. Ma resta il fatto che a distanza di trent'anni ricordare per filo e per segno una sera di luglio, la sera dell'11 luglio, non è una cosa "normale".
Non è stata una sera normale. La finale l'ho guardata coi miei genitori e con amici di famiglia (Piero, Ginetta e la loro figlia Laura) in quella che allora era la nostra casa delle vacanze, sull'Appennino Tosco-Emiliano, in un posto sperduto chiamato Casola (una casa dai muri in pietra inserita in un gruppo di 4 edifici isolati a 5 chilometri dal centro abitato più vicino, Cassio. Che peraltro non sarebbe nemmeno un paese ma una frazione di un centro distante 15 chilometri e parecchi tornati: Terenzo. Ma lasciamo stare).
Il televisore era di quelli in bianco e nero: riceveva a fatica il primo e il secondo canale, e a volte nemmeno quelli, anche perchè l'antenna era nel sottotetto, e non sul tetto (stupido pagare il canone per una casa dove si stava 10 giorni l'anno). Quella sera comunque funzionava. Da sopra il frigorifero (il punto più alto della saletta da pranzo) le immagini sembravano anzi più nitide del solito, la voce di Martellini perfetta e rotonda, quasi notarile. "Spettatori italiani, buonasera. E' con grande emozione che prendiamo la linea dai bordi del campo dello stadio "Bernabeu" di Madrid per la finale dei Campionati del Mondo 1982". Quante volte avrò risentito quell'incipit. E ogni volta, anche trent'anni dopo, sono brividi.
Vedere la Nazionale giocare la finale di un Mondiale era un evento quasi magico per un bambino di sette anni che fino a quel momento calcisticamente aveva avuto tutto. Forse ho già scritto da un'altra parte che il primo ricordo che ho del calcio è quello di mio padre che mi solleva in aria per la gioia al gol di Bettega in Argentina-Italia 1978... avevo 4 anni, ma è proprio quella l'età dove si fissano i momenti allegri e per me da allora il calcio è gioia, prima di ogni altra cosa, più di ogni altra cosa (Mi spiace per le donne: non potete competere, rassegnatevi). Comunque, seguivo sul serio il calcio dall'anno prima, 1980-81. Juventino, in due anni avevo visto la "mia" Juve vincere due scudetti di fila, e adesso stavo per vedere la "mia" Nazionale (Con tanti Juventini dentro) vincere la Coppa del Mondo. Un evento generazionale, ma non potevo sapere che per vedere Cannavaro alzare quella dopo avrei dovuto aspettare 24 anni. Un'eternità, se penso che mio padre, che nel 1982 ne aveva 32, mi sembrava vecchissimo.
All'epoca mi sembrava normale, ma 30 anni mi hanno insegnato che è difficile, difficilissimo, vedere una partecipazione così corale, così sofferta, così autentica nei confronti di un evento sportivo. Per ventiquattro minuti silenzio assoluto, poi quell'armadio di Briegel affonda Conti in area con una specie di power-slam. Rigore e urlano tutti. Peccato che la televisione in bianco e nero sia così piccola che quando Cabrini batte per un minuto buono siamo tutti convinti che abbia segnato...
Il resto, quello che è accaduto nel secondo tempo, penso sia uguale a quello che è successo in tante case italiane (ne ho trovato un esempio qui. Noi eravamo un po' più silenziosi, ma nemmeno tanto...). Peccato il finale. Nel senso che avremmo tutti (compresi mio padre e il suo amico, che pure non erano/non sono le persone più mondane) avuto voglia di andare in macchina a fare un corteo. Ma manca la bandiera... Mia nonna ricorda di averne una da qualche parte: la incitiamo a cercarla, ma poi le viene in mente che c'è ancora sopra il simbolo dei Savoia (sic). No, nonna, non cercarla. Piuttosto andiamo senza. Si, ma andiamo dove? Cassio, la frazione più vicina, è a cinque chilometri, e sono venti case, tutte abitate da anziani. Terenzo, il Comune, è quindici chilometri e ventidue tornanti più a valle. E comunque fa 1400 abitanti, avessi detto New York. E allora? Allora si brinda. Anzi, brindano i grandi. Tu sei piccolo, accontentati, fai festa, Chissà tra quanto lo vinciamo, un altro Mondiale.
Questo è quello che rispondo a chi mi chiede perchè mi ricordo ancora quella sera di trent'anni fa. Perchè fu una sera unica, con la gioia di stare insieme e l'allegria contagiosa di una squadra meravigliosa, e di tante immagini di persone "vere": Zoff che non sorride mai, ma che alza la coppa con una espressione che non si può descrivere; Bearzot che non lo dice, ma non ci crede nemmeno lui; Pertini che balla come se fosse l'ultimo compleanno.
Ah, giusto: Pertini. Tutti parlano della partita a scopone sull'aereo. Io invece voglio ricordare un altro particolare: il pranzo del 12 quando invitò la squadra a mangiare con lui al Quirinale. All'ingresso del salone c'è il solito codazzo di ministri, sottosegretari e parassiti. E il vecchietto che dice al maestro di sala? "Voglio Zoff alla mia destra e Bearzot alla mia sinistra. Poi intorno tutti i giocatori e lo staff. Poi se ci stanno i ministri, bene, vengano anche loro. Se non ci stanno, che vadano pure al ristorante, e non ci rompano le scatole". Grande, Nonno Sandro: Campione del Mondo pure tu.

Madrid, stadio "Santiago Bernabeu", 11 luglio 1982
Coppa del Mondo, Finale
Italia-Germania Ovest 3-1
Marcatori: 56° Rossi (I), 69° Tardelli (I), 80° Altobelli (I), 83° Breitner (G)
Italia: Zoff, Bergomi, Cabrini, Gentile, Collovati, Scirea, Conti, Tardelli, Rossi, Oriali, Graziani (7°Altobelli; 89° Causio). Ct: Bearzot
Germania Ovest: Schumacher, B.Forster, Briegel, Kaltz, K.H. Forster, Stielike, Littbarski, Dremmler (17' st Hrubesch), Fischer, Breitner, K.H. Rummenigge (25' st Muller). Ct: Derwall
Arbitro: Coelho (Bra)

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