sabato 9 giugno 2012

L'Armata Rossa del "piccolo generale"

Forse è stato un po' provinciale pensare semplicemente che, in amichevole, l'Italia avesse sbagliato completamente partita, che il problema fosse solo che la nostra squadra aveva giocato male. In campo c'erano anche l'avversario, e che avversario: l'Armata Rossa del "piccolo generale" Dick Advocaat. Nella giornata inaugurale dell'Europeo se n'è accorta a proprie spese la Repubblica Ceca, travolta 4-1.
Quattro anni fa i russi avevano stupito tutti, cedendo poi in vista del traguardo finale. La squadra vista all'opera a Wroclaw ha mostrato di avere le qualità per poter ripetere l'ottimo Europeo giocato in Austria-Svizzera, grazie una precisa identità tattica e individualità di prim'ordine.
Sul piano tattico, la Russia di Advocaat è a metà strada fra un 4-3-3 e un 4-2-3-1, perchè in fase di possesso Shirokov va a portarsi sulla trequarti, componendo con Dzagoev e Arshavin un trio di mezzepunte istruite ad un duplice compito. Da un lato c'è l'assistenza da assicurare al vertice alto della squadra, Kherzakov, che però, più che una prima punta classica, è un attaccante di raccordo, che tende a decentrarsi sul centrodestra lasciando proprio ai trequartisti il compito di inserirsi a turno.
Lo dimostrano le cifre: Kherzakov contro la Repubblica Ceca è andato al tiro ben 8 volte, ma sempre in modo impreciso, sfiancato nella sua lucidità dal lavoro di spola. A segnare sono stati, non a caso, Dzagoev e Shirokov, che hanno approfittato degli spazi aperti dalla punta, mentre il gol di Pavlyuchenko è frutto dell'iniziativa di un giocatore che, per caratteristiche, è molto diverso dallo stesso Kherzakov, e che infatti nell'occasione del tiro vincente ha agito con i movimenti della prima punta: un dato da non sottovalutare che testimonia come Advocaat abbia anche delle ottime alternative al suo modulo principale.

Possesso e non possesso

Analizzando nel dettaglio le due fasi della partita, ci sono altri giocatori che emergono per la loro centralità nell'assetto di gioco russo. In fase di possesso, Arshavin ha dimostrato che l'età non ne ha fiaccato gli estri e le qualità. Grazie a lui e a Shirokov, la Russia ha trovato verticalità negli ultimi sedici metri, liberando spesso le punte al tiro con tocchi nel corridoio, una situazione che nel calcio di oggi è sempre più rara. Cruciale, sempre in fase di possesso, è anche la spinta di Zhirkov, che aggiungendosi al fronte d'attacco sulla sinistra consente ad Arshavin di tagliare verso il centro, trovando più metri di campo e maggiori soluzioni di gioco per l'ultimo passaggio.
Si diceva del modulo a metà fra 4-3-3 e 4-2-3-1: in fase di non possesso, Zyryanov si aggiunge a Denisov a fare da frangiflutti davanti alla difesa. Proprio Denisov, che ha grande senso del piazzamento, ottimo anticipo e solido contrasto, è l'elemento di maggior filtro. La particolare disposizione dei due centrocampisti più difensivi, che in fase di non possesso giocano molto bassi, quasi in linea con i terzini, li rende quasi due stopper aggiunti, consentendo a Ignashevich e Berezutski, i due centrali, di agire spesso non direttamente sull'uomo, ma in seconda battuta. La coppia centrale difensiva, non a caso, è parsa particolarmente efficace.

Da verificare

Nel contesto tattico della partita con i cechi, i russi, che sono apparsi molto dinamici e in grado di imporre un ritmo elevato alla partita, hanno forse beneficiato di un avversario che ha giocato troppo "aperto". Personalmente sono curioso di vederli all'opera con i greci, che probabilmente per caratteristiche giocheranno molto più chiusi e così facendo renderanno più difficile per Arshavin e Shirokov di trovare alle spalle della difesa lo spazio per liberare al tiro con facilità la punta avanzata. La presenza di tante alternative, e la possibilità di poter contare su un blocco affiatato dal centrocampo in su (non è casuale che Kherzakov, Arshavin, Zyryanov, Shirokov e Denisov giochino tutti insieme nello stesso club, lo Zenit di Spalletti) consentono però di inserire i russi nel lotto delle migliori. Francamente, anche sul piano del gioco, una gradita sorpresa.

Un nome su tutti

Per finire, una nota sui singoli. Dovessi prendere uno dal mazzo, sceglierei Shirokov, centrocampista di grandissimo spessore, buona tecnica e grande combattività: mi è piaciuto proprio tanto. Detto questo, menzione per Arshavin, che nonostante crescano gli anni ha sempre classe da vendere, e una nota di mercato: il contratto di Dzagoev va in scadenza al 31 dicembre. Con quello che costano gli attaccanti forse un pensierino lo meriterebbe.

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