mercoledì 13 giugno 2012

La cicala Olanda se ne torna a casa

Con questa formazione, poche ore fa, l'Olanda, cedendo strada alla Germania, ha staccato il biglietto per tornare a casa: dopo sole due partite è praticamente già eliminata dagli Europei: (4-2-3-1) Stekelenburg; Van der Wiel, Heitinga, Mathijsen, Willems; Van Bommel (46'Van Der Vaart), De Jong; Robben (83'Kuyt), Sneijder, Afellay (46'Huntelaar); Van Persie. All.: Van Marwijk
Con quest'altra formazione, invece,  due anni fa, gli olandesi avevano giocato la finale dei mondiali in Sudafrica e conteso fino ai tempi supplementari la Coppa del Mondo alla Spagna: (4-2-3-1) Stekelenburg; Van der Wiel, Heitinga, Mathijsen, Van Bronckhorst (104′ Braafheid); Van Bommel, De Jong (99' Van der Vaart); Kuyt (71′ Elia), Sneijder, Robben; Van Persie. All.: Van Marwijk.
Credo sia significativo notare che in un confronto fra i due undici iniziali nove undicesimi sono gli stessi. Le uniche variazioni riguardano il ruolo di terzino sinistro, dove l'anziano Van Bronkhorst, che smise dopo il Mondiale, ha lasciato il posto al giovane Willems (18 anni, molto acerbo, ma con qualità atletiche non comuni, credo possa fare una discreta carriera), e quello di trequartista di destra dove Afellay ha preso inizialmente il posto di Kuyt, ormai in fase calante della sua onoratissima carriera. Eppure il confronto è stato impietoso: squadra irriconoscibile, lenta, senza voglia di sacrificarsi, in condizioni fisiche complessive molto deludenti.
Va bene che nel calcio due anni sono una mezza eternità, ma come è possibile che due formazioni praticamente identiche, messe in campo dallo stesso allenatore e con lo stesso modulo tattico, possano dare come risultato due prestazioni tanto diverse? Eppure, per quasi settanta minuti, la Germania sembrava di un altro pianeta: era come vedere una squadra di adulti alle prese con una di bambini.
Non è nemmeno tanto questione di guardare la partita alla lavagna: l'Olanda con questa sconfitta, del tutto meritata, ha un piede e mezzo fuori da un Europeo dove partiva tra le maggiori favorite. Mea maxima culpa: anche io la vedevo fra le prime quattro, invece difficilmente supererà il primo turno. Perchè? Perchè gli olandesi sono tornati cicale. Tante individualità, niente collettivo, fra uomini cardine fuori forma, specialmente Robben, e elementi che potrebbero tornare utili (Huntelaar e Van der Vaart, ma non solo) relegati in panchina da gerarchie che sembrano immutabili. Forse il ct van Marwijk sta peccando di eccessive tendenze conservatrici: in due anni solo due novità alla formazione sono poche in assoluto, e bisogna sottolineare che una delle due è stata forzata (Van Bronkhorst, come detto, ha smesso: bisognava cercare un nome nuovo, anche perchè mica si poteva richiamare in servizio attivo Van Tiggelen...), e l'altra, quella di Kuyt con Afellay, è maturata appena 20 giorni fa, nelle ultime amichevoli, dopo che Kuyt aveva giocato da titolare 40 partite consecutive.
Da una parte, dunque, abbiamo gli eccessi conservatori di un tecnico che, forse per gratitudine verso chi ha conquistato l'argento mondiale, resta attaccato alla vecchia guardia, e potrebbe per questo rimetterci la panchina. Dall'altro però le voci che circolano confermerebbero l'ennesimo ricorso storico, quello di uno spogliatoio poco armonioso, pervaso da spinte centrifughe, come già tante altre volte era capitato agli "oranje", sempre costando loro molto caro.
L'Olanda, purtroppo, è storicamente una grande cicala: quando ha giocatori forti (1974, 1990, 2012) finisce col piacersi troppo e 'bucare' le gare decisive. Personalmente, pur fra tante differenze dovute alle epoche diverse, agli interpreti, al quadro storico, trovo molte analogie fra questa sconfitta e quella che gli olandesi subirono nel 1990, a Milano, sempre contro la Germania: qui l'Olanda di Robben, Sneijder e van Persie, quella di Gullit, Van Basten, Rijkaard, Koeman; questa vicecampione del Mondo in carica, quella campione d'Europa uscente. Allora come oggi, dall'altra parte, una Germania organizzata, tenace, con giocatori di talento nei ruoli cardine: anche in quel caso, Olanda cancellata per buona parte dell'incontro, senza grinta e senza corsa, fino all'impennata di orgoglio finale, che valse il 2-1 e portò gli arancioni a sfiorare il pareggio. A distanza di 22 anni la storia si ripete: cambiano i tempi, ma l'Olanda è sempre la solita cicala.

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