sabato 17 marzo 2012

Aurrecochea, il più forte sulla carta (da disegno).

Serio, granitico, poco incline al ricamo e al superfluo. A grandi linee, può essere questo un buon ritratto, fatto ovviamente per sommi capi e stereotipi, del classico giocatore uruguayano. Certo, ognitanto anche da quelle parti nasce l'artista, l'elemento un po' estroso, il Francescoli, o il Recoba, o (volendo abbassare la media) lo Jaime Magalhanes di turno che scompagina un po' il ritratto, ma se vogliamo procedere per luoghi comuni, è chiaro che l'immagine dei giocatori uruguagi, tanto cari a Gianni Brera, è sicuramente quella di "hombres verticales", spigolosi e caparbi, magari a tratti rudi, in qualche caso fallosi al limite del sadismo, ma sempre sobri e professionali, e forse anche per questo così facili da inserire nel nostro calcio, dove si bada sempre al sodo, al risultato prima che allo spettacolo.
Bene. Ora dimenticate il ritratto del tipico uruguayano perchè oggi parliamo di Pablo Aurrecochea (Artigas, 3 marzo 1981), detto "El Vasco", uno che evidentemente di uruguayano ha solo il passaporto.
Il nostro uomo fa il portiere, e dal 2009 gioca nel vicino Paraguay, nel Guaranì, dopo esperienze in patria nel Nacional Montevideo, in Argentina negli Argentinos Juniors e nel Talleres di Cordoba, in Colombia nel Bucaramanga e ancora in Paraguay al Tacuary e al Cerro Porteno.
Non sono squadre da campionissimi, e infatti Aurrecochea non lo è.  I siti specializzati lo descrivono come "elemento dotato di buon senso della posizione e ottimi riflessi, ma capace di improvvisi cali di concentrazione". Ma senza essere un top player, il fantasioso portiere a suo modo sta facendo scuola in tutto il Sudamerica, per le sue particolari (e non proprio sobrie) magliette personalizzate. Le disegna lui stesso, e il fatto non costituisce una novità: già Renè Higuita (di lui si ricorda una tenuta completamente bianca sfoggiata in Còpa Amèrica, perfetta per mettere in risalto una panza da gestuante al terzo mese) e soprattutto Jorge Campos (le cui tenute erano così sgargianti che secondo alcuni cromoterapeuti sarebbero state in grado di favorire la comparsa di disturbi della personalità negli attaccanti avversari. Ma forse i cromoterapeuti avevano solo visto giocare Edmundo), lo hanno fatto con una certa continuità, e con esiti esteticamente discutibili.
Aurrecochea però li ha superati. Ad ogni partita è solito presentarsi con una maglia nuova, dedicata ogni volta ad un personaggio dei fumetti, dei cartoni animati o dei film: da Topolino all'Incredibile Hulk, fino a Krusty il Clown. La fantasia non gli manca, ma a quanto pare non basta per metterlo al riparo da solenni grandinate di reti. In attesa che qualche allenatore un po' più serio della media gli tolga provvidenzialmente la matita dalle mani, qui avete la possibilità di vederlo all'opera, in un video dove sembra una saracinesca. In realtà, e non si parla solo di magliette, pare che ne combini spesso... di tutti i colori.

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