venerdì 16 dicembre 2011

Il Leonardo da Vinci della cazzata

Trovare aneddoti su Paul Gascoigne (Gateshead, 27 maggio 1967) non è impresa particolarmente difficile. Casomai è difficile scovarne di inediti o di poco conosciuti, anche se è probabile che le notizie trapelate sulle pazzie, gli scherzi e le goliardate da lui messe in atto durante i tre anni trascorsi alla Lazio siano pari a un decimo della mole reale.
Uno dei suoi amici più cari del periodo laziale, l'ex stopper Roberto Bacci, ha dichiarato una volta che «Gazza viveva per gli scherzi. Chiaramente erano tutti scherzi da caserma...ma era fantasioso. Era un po' il Leonardo da Vinci della cazzata. Fra le sue caratteristiche principali c'era il gusto per l'esibizionismo. Si mostrava nudo ogni volta che poteva».
Quando giocava nel Middlesbrough una volta entrò nella mensa societaria, pienissima, e ordinò il pranzo indossando solo i calzini, ma l'aneddoto più noto della serie è forse quello in cui, mentre il pullman della squadra, di ritorno da una trasferta, affrontava una lunga galleria, utilizzò l'oscurità del tunnel per denudarsi completamente, attirando poi l'ilarità generale dei compagni quando la luce naturale tornò ad illuminare l'autobus.
Forse ancora più divertente però è un episodio poco noto avvenuto durante un ritiro precampionato. Gazza, colto da una delle sue ispirazioni, una sera si infilò nell'armadio della stanza di Cravero, si denudò e appena il difensore si avvicinò al mobile, saltò fuori nudo e urlando a squarciagola, spaventando a morte il compagno. La buona riuscita dello scherzo lo indusse a replicarlo, e invariabilmente la sorpresa e lo spavento per il compagno di turno erano fonte di grande divertimento. Ormai rodato, un pomeriggio nella sala comune annunciò trionfante ai compagni: «La prossima volta mi infilo nell'armadio del mister». Il quale mister altri non era che il mitico Dino Zoff; a dire il vero, l'ex portiere della Nazionale all'epoca aveva già superato i cinquant'anni e qualche compagno, preoccupato, cercò anche di dissuadere Gazza dal mettere in atto lo scherzo: «E se poi lo spavento fosse troppo forte e dovesse sentirsi male?». Alla fine però la curiosità di conoscere la reazione dell'imperturbabile Zoff di fronte a un Gascoigne urlante che salta fuori nudo dal suo armadio ha la meglio su ogni forma di prudenza. Colta un'occasione propizia, Gazza si infila nella stanza del suo allenatore e si nasconde all'interno del mobile. Dopo una mezzora, Zoff torna in camera e si avvicina all'armadio. Gascoigne salta fuori con un urlo strozzato: «Aaaaaaaarrrhhh».
Non una piega, non uno scossone. Zoff resta impassibile, lo scruta per un paio di secondi dall'alto in basso e dal basso in alto. Poi, con voce pacata e senza quasi aprire la bocca, lo gela: «Ma Gazza...ma che fai dentro l'armadio?... Dai, rivestiti...».
Ancora oggi, Gascoigne non si capacita: «Non so se mi abbia visto intrufolarmi nella sua stanza, o se qualcuno l'avesse avvertito, o se semplicemente fosse riuscito a restare impassibile, ma lì per lì ho addirittura pensato che non fosse umano».

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